Che bella domenica (senza calcio)
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Che bella domenica (senza calcio)

Dal campionato si segnalano solo i buu a Balotelli, meglio occuparsi allora di altro (Formula 1, Giro d'Italia, basket...)

Ci manca proprio la voglia, se non addirittura la forza di parlare dei versi delle bestie di San Siro. L’argomento è ammuffito come perfino la fantasia degli animali di cui sopra. Troppo lontani i tempi di “Giulietta è ‘na zoccola”, meraviglioso esempio di sarcasmo da stadio in uno striscione dei tifosi napoletani a Verona. Ora non si trova niente di meglio che muggire. Che noia. Fermi tutti per un paio di minuti. Almeno quello. Fastidioso il fatto che si dia a quattro caproni da curva il potere di ferire una partita. Fine campionato. Come per la fine della scuola a questo punto non si fa che guardare l’orologio, contando i secondi per l’ultima campana.

Per un po’ basta arbitri, basta muggiti, basta con le vene gonfie del lunedì mattina. Saranno frivole chiacchiere di mercato e cinguettii di Twitter. Proveremo a divertirci con l’immaginazione: ormai anche ai bambini piace di più costruire le squadre con i giochi della Playstation, piuttosto che guardare le partite. E allora tutti sulla giostra delle panchine che girerà in modo quasi violento e a scoprire chi riuscirà a comprare giocatori pur tenendo le pezze al sedere. Già ieri siamo stati distratti da mille altre cose, trascurando i rimasugli della penultima giornata.

Per esempio Alonso che non vince nella sua Spagna, no: asfalta la concorrenza, misurando ogni millimetro di gomma. Semplicemente perfezione. E la Formula Uno si riaccende, almeno per i tifosi italiani, anche quelli che non hanno l’abbonamento a Sky. Nota a margine: Cina e Spagna sono le uniche due gare che sono fin qui state trasmesse in diretta anche dalla Rai. Curioso no? Come dire che a Montecarlo, dove la Rossa non vince da dodici anni, sarà meglio metterci una croce sopra, dato che andrà in diretta solo sulla pay tv.

Intanto si scanalava sul Giro d’Italia, anche per farsi due risate con il povero Betancur che ha fatto il Pozzato: cioè come il biondo italiano ha festeggiato sul traguardo non sapendo che Belkov l’aveva già tagliato 44” prima di lui. Non era arrivo “uno”, ma “due” e glie l’hanno spiegato dopo, poveretto.

Dai muggiti serali di Milan-Roma siamo presto fuggiti sotto i canestri, riparandoci in una finale per l’Europa che l’Olympiacos ha scalato per la seconda volta in fila, con meno soldi e meno risorse ma con quel giocatore meraviglioso che è Spanoulis. Come belli stanno diventando i playoff italiani nella luce del tramonto di Siena che si è già presa due schiaffi da Milano. Continuiamo a pensare a maggior ragione che la spernacchiata Olimpia dello sbertucciato Scariolo sia la favorita per questo scudetto di nessuno, perché è profonda di organico e talentuosa più delle altre. E questo conta nella mostruosità di serie lunghe sette partite. Una pazzia. Lo meriterebbe più di tutti Giorgio Armani che ha avuto che ha avuto la pazienza e l’amore per non mandare tutti all’inferno dopo tanti soldi e tante sconfitte profumatamente pagate. Insomma un sacco di distrazioni, troppe per annoiarci con il pallone di metà maggio.

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Carlo Genta