Allarme Bolt: battuto su 100 e 200
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Allarme Bolt: battuto su 100 e 200

Ai Trials il primatista battuto dal compagno di preparazione. Flop olimpico?

Clamoroso nella velocità. C'è un uomo capace di battere Usain Bolt e di farlo non solo quando il numero uno si distrae a fa falsa partenza (come ai Mondiali), ma anche quando compete spalla a spalla. Quell'uomo si chiama Yohan Blake, è giamaicano come il primatista del mondo e ora è anche l'unico capace di correre più veloce di Bolt sia nei 100 che nei 200 nell'arco di due giorni. Uno schiaffo che ha fatto male a Usain anche perché maturato dall'interno del suo gruppo di allenamento.

A batterlo, infatti, non è stato un velocista qualsiasi ma un ragazzo seguito da Glenn Mills che è il tecnico che ha costruito la fenomenale carriera di Bolt, lo ha guidato al pieno di medaglie a Berlino e Pechino e ai record mondiali in entrambe le distanze. A nessuno sono sfuggiti i gesti di nervosismo del campione nei confronti di Mills durante i Trials giamaicani. Lento e impacciato nel rettilineo, che ha sempre rappresentato il suo punto di forza, il numero uno della specialità ha mostrato di soffrire Blake anche dal punto di vista della personalità.

Impossibile del resto lasciar passare inosservato uno che ai giornalisti dichiara di allenarsi il doppio di te perché le sue tabelle di preparazione "non sono dettate dagli ingaggi dei meeting". Blake aveva già conquistato il primo posto nei 100 correndoli in 9''85. Un tempo inferiore al 9'76'' sparato da Bolt a Roma non più tardi di un mese fa quando già la sua stagione era stata giudicata non all'altezza e le sue prestazioni quelle di un campione alle prese con un calo nello straordinario rendimento.

Nei 200 la storia si è ripetuta con l'aggravante di una buona partenza da parte di Bolt che è uscito dalla curva in seconda posizione e lì è rimasto. Il 19''80 di Blake è un buon tempo ma non un tempone. Il migliore fin qui nella stagione anche se in attesa delle Olimpiadi è normale che i favoriti non buttino subito fuori tutte le loro energie. "Preoccupato? Non lo sono perché nemmeno coach Mills lo è e non domandatemi se sono infortunato" ha buttato lì alla fine un Bolt poco convinto. La sua lettura della sconfitta è abbastanza lucida: "Ho perso in curva perché l'ho corsa male e perché nell'ultimo periodo ho pensato soprattutto ai 100. Ma so quello che devo fare per onorare i miei titoli".

Il problema, però, non il secondo posto nei Trials o la forma migliore che tarda ad arrivare. Il problema rischia di essere il tarlo nella testa del numero uno. Era convinto di non avere rivali o quasi e adesso ha scoperto che non è così. Il primo dei suoi nemici se l'è coltivato in casa. "Usain con me è sempre prodigo di consigli e io so che la strada è ancora lunga" spiega Blake. C'è da scommettere che da oggi ci saranno meno scambi di informazioni e, soprattutto, che Mills sarà chiamato presto ad una scelta. Non prima di Londra (impossibile visti i tempi stretti) ma magari subito dopo. Cosa preferirà il tecnico dei miracoli? Passato o futuro? Un tarlo che rode la testa di Bolt. Non è in crisi ma perdere due volte in due giorni non è da lui e farlo a un mese dall'Olimpiade significa minare le proprie certezze. E' strano da dirsi ma è così: la velocità ha un favorito per gli ori olimpici e quel favorito non è più Usain ma il suo giovane compagno d'allenamento.

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Giovanni Capuano