Il punto G non esiste
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Il punto G non esiste

La sua invenzione sarebbe solo una "mossa di marketing" e una sorta di leggenda metropolitana dalla storia decennale

Più finto di Babbo Natale, più falso di un prodotto "Made in China", più inventato del mondo di Harry Potter: pare che il famoso e famigerato "Punto G" non esista e che tutta la letteratura che si è costruita intorno a lui e alle sue potenzialità in fatto di piacere femminile sia frutto di un'onanistica visione del mondo da parte degli uomini.

Tutto sbagliato

A sostenerlo sono due ricercatori italiani che si chiamano Vincenzo e Giulia Puppo, del Centro italiano di sessuologia. In un lungo intervento pubblicato su Clinical Anatomy i ricercatori hanno concluso che non ci sono santi: l'orgasmo femminile è uno e uno soltanto ed è quello clitorideo. Hic est: facciamocene una ragione. 

E tutte le opere di lavoro di scavo e ricerca minuziosa operate da uomini sicuri di aver trovato il Santo Gral in terra femminea? Illusi. Da Freud in poi tutti, ma proprio tutti, si sarebbero sbagliati. Su questo argomento da decenni sociologi, sessuologi, medici e studiosi si stanno arrovellando cercando di capire se sia nato prima l'uovo o la gallina, se l'orgasmo di una donna sia di testa, di vagina o di clitoride e adesso i Puppo dicono che il Punto G è una leggenda metropolitana che al massimo la zona clitoridea si estende più in profondità e che quello che pare un orgasmo che arriva dai meandri dell'essere in realtà si scuote dallo stesso punto.

Posto che gli uomini ci ragionino da decenni e che si palesino con sex toys che giurano di aprire le porte del paradiso alle signore ingrassando l'industria del sesso e cercando di nascondere la palese inettitudine sotto alle lenzuola, siamo proprio sicuri che per le donne la questione sia così fondamentale? O un uomo che ci sa fare si vede a prescindere?

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Barbara Pepi