Il dramma di Cara, 90 orgasmi in un'ora
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Il dramma di Cara, 90 orgasmi in un'ora

Una giovane donna americana soffre di un disturbo molto particolare per il quale non c'è rimedio

Novanta. Ci sono donne che non raggiungono in un anno il numero di orgasmi che Cara Anaya vive in un'ora. Un numero impressionante anche per uno stakanovista del sesso che si trasforma in un incubo se a soffrire della rara sindrome di Pgad è una mamma di 30 anni che ha dovuto rinunciare al lavoro e a crescere suo figlio in maniera normale perchè il suo corpo subisce quasi due orgasmi al minuto. 

La storia

Tutto è iniziato tre anni fa quando di punto in bianco Cara, una commessa dell'Ariziona, stava facendo la spesa. Il suo corpo si è contratto ed è stato scosso da un violento orgasmo. Da allora, tra la vergogna e l'imbarazzo, non ha più smesso. "Ci sono giorni dove sono talmente forti che non posso uscire di casa", ha dichiarato la donna al Mirror aggiungendo: "Non riesco più a prendere parte alla vita di mio figlio perché mi sento come fossi sporca vorremmo che crescesse come tutti gli altri ragazzi della sua età ma non può avere gli amichetti intorno a causa della malattia di sua madre".



Difficile, infatti, spiegare ad un ragazzino di 10 anni cosa stia accadendo a sua madre e ancora più complesso è farlo capire ad eventuali amichetti. 

Il problema è che per questa sindrome non c'è rimedio, o per lo meno l'eventuale cura non è ancora stata scoperta. Cara in questi anni si è rivolta a genetisti, neurologi, ginecologi, psicologi, ma nulla: nessuno sa come combattere questa disfunzione con la quale pare dover imparare a convivere.

Ma non è facile se si è una giovane moglie e madre. Anche con il marito le cose non vanno affatto bene. "Non sopporto vedere mia moglie soffrire - ha ammesso Tony Carlisi, 34, con il quale Cara è sposata da 11 anni - ed oltre a quello anche la nostra vita sessuale è compromessa. Mia moglie, in realtà, non prova piacere e il sesso tra di noi ormai non esiste più".

Cara trova conforto solo in Rete cercando di confrontarsi con donne che soffrono della sua stessa sindrome.

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Barbara Pepi