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Robert De Niro: "Con Trump Presidente potrei trasferirmi in Italia"

Dopo aver attaccato duramente il neo eletto inquilino della Casa Bianca l'attore italo americano immagina il tricolore nel suo futuro

Un gesto vale più di mille parole, e il "gesto" postato da Robert De Niro sulla sua Pagina Instagram all'indomani dell'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca parla più di tanti tweet.

De Niro ha condotto una campagna elettorale agguerrita contro il Tycoon e, parafrasando il suo celebre monologo di Taxi Driver, aveva definito Trump "Un cane, un maiale, un artista delle cavolate, un idiota corroto e il disastro della Nazione". De Niro aveva anche detto di essere pronto a prendere a pugni Trump. Adesso che gli americani hanno votato il candidato repubblicano De Niro ha elaborato un piano B e, intervistato nel Jimmy Kimmel Show ha dichiarato: "Io sono un cittadino italiano, probabilmente dovrei trasferirmi lì".

Di sicuro molti connazionali, in questo periodo, si sentirebbero di sconsigliare caldamente la scelta a De Niro che correrebbe il rischio di passare dalla padella alla brace, ma l'attore Premio Oscar starebbe davvero prendendo in considerazione l'idea di fare le valigie e andarsene anche se non potrà togliersi la soddisfazione di prendere a pugni il Presidente.

"Non posso - ha dichiarato in tv - è il presidente adesso. Devo rispettare il suo ruolo, vediamo cosa farà e se davvero darà seguito a certe affermazioni. Come vediamo in molte città, tante persone sono arrabbiate e stanno protestando".

Diritti Mondadori

Quei bravi ragazzi (1990) è uno dei migliori gangster-movie di sempre. Martin Scorsese sceglie ancora una volta Robert De Niro e gli affianca un manipolo di altri cattivi "ragazzi", Ray Liotta e Joe Pesci.

Basato sulla reale vita del pentito Henry Hill, ha vinto un Oscar per il miglior attore non protagonista per l'interpretazione del mafioso Tommy DeVito da parte di Pesci.

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Barbara Massaro