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New York. Imparare a volare volteggiando su un trapezio

Dai circhi alle palestre: nella Grande Mela spopola l'antica arte del trapezio. Adesso è sport e divertimento.

Volteggiare tra i grattacieli, con la vista del fiume Hudson da un lato e lo skyline di Manhattan dall’altro.

Il lusso di “volare” in uno scenario del genere si può provare in una delle Trapeze Schooldi New York, dove l’antica arte circense, trasformata oggi in sport, guadagna sempre più proseliti.

Una lezione di Flying trapeze è un concentrato di adrenalina e acrobatica. Con poca teoria -la spiegazione dei movimenti base in volo e alcune regole di sicurezza- e molta pratica.

In tutto due ore, ma già dopo i primi quindici minuti si sale sulla piattaforma pronti a provare il brivido del volo.

“La reazione più comune della prima volta è la paura - dice Toni Machi della FSNY, la prima scuola di flying trapeze ad aprire a New York, situata sul tetto di un ex magazzino industriale lungo la riva dell’Hudson, a Chelsea. "Si vola pur sempre da un’altezza di quindici metri, ma il rischio di farsi male è infinitamente basso. Si applicano tutte le misure di sicurezza possibili: il flyer è assicurato, tramite una cintura, a delle cime che scorrono sul telaio metallico soprastante e al di sotto c’è una grande rete elastica o uno spesso materasso ad aria ad attutire la caduta quando si abbandona il trapezio”.

Una volta saliti sulla piattaforma, l’istruttore detta con voce rassicurante ma decisa le direttive per volare: “Inarca la schiena, prendi la fune con la mano destra e afferra la barra con la sinistra”, e poi aggiunge “non imbarazzarti, non svenire, non vomitare…e soprattutto smile!”.

E infine la (temuta) parolina magica:“Hep!”, nel gergo universale dei trapezisti: vai, salta…vola.

Insieme all'emozione, l’esercizio fisico è assicurato – spiega Bobby Hedglin-Taylor, istruttore della Streb, il centro sperimentale di danza e movimento acrobatico di Williamsburg, Brooklyn, che vanta una compagnia di performer che ha anche partecipato alle Olimpiadi di Londra – I muscoli lavorano di più, e velocemente, in “volo”, aiutati dalla forza di gravità. Per questo l’arte del trapezio volante è entrato nelle palestre e si pratica come un vero e proprio sport da oltre vent'anni”.

Durante le prima lezioni si imparerà ad avvitarsi su sé stessi, portando le gambe attorno alla barra del trapezio utilizzando la spinta del lancio, e si tenterà anche la presa del catcher, un secondo performer appeso al trapezio tramite le gambe in modo da avere mani libere. Nelle lezioni successive pose sempre più difficili e complesse che sfidano la gravità e la paura e aprono ad una nuova percezione del corpo.

Come dice uno degli slogan del flying trapeze: “Forget fear. Worry about the addiction”: dimentica la paura. Preoccupati della dipendenza.

Jason Klein

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Paola Camillo