Tu whatsappi? Io divorzio
Tanja Scherm @Flickr
Lifestyle

Tu whatsappi? Io divorzio

Un matrimonio su sette in America finisce a causa dei social network

La regola numero uno di un matrimonio felice? Mai, per nessuna ragione al mondo, entrare nel profilo Facebook del consorte e tanto meno sbirciare su Whatsapp.

Le coppie moderne lo sanno e qualcuno inizia a capire quanta verità ci sia in queste parole; ma tanti altri, alla ricerca del santo Graal della fedeltà e della sincerità costi quel che costi cadono nella trappola e, novanta su cento, scoprono qualche magagna nella quale si è infilato il partner.

Messaggini alle ex, colleghe di lavoro con le quali si è troppo galanti o confessioni all'amica del cuore alla quale si racconta quanto carino sia il personal trainer in palestra. Ecco, se l'altro non si fa "gli smartphone suoi" la lite è dietro l'angolo e, una volta che il vaso di Pandora viene scoperchiato, è un attimo finire dall'avvocato.

Uno studio condotto da Censuswide ha evidenziato quanto i social siano il terzo incomodo della relazione. Cellulari presenti a tavola, foto postate a tutte le ore del giorno, like inopportuni ed amicizie che non si dovevano rinvangare rappresentano il terreno di scontro privilegiato per le coppie in odore di crisi.

Un interpellato su cinque ha ammesso di utilizzare Facebook o Whatsapp per controllare il partner, mentre uno su sette ha dichiarato di aver chiuso una relazione dopo le liti sull'uso dei social network. 

E' l'altra faccia della medaglia dell'essere sempre connessi, l'impossibilità ontologica della contemporaneità di mantenere mistero ed anonimato e, questa babele di dati che si incrociano e di vite che si ritrovano causano danni che un po' di silenzio e una sana porta sbattuta potrebbero risolvere meglio di mille whatsup.

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Barbara Massaro