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Perché il Global Gender Gap Index deve farci riflettere

Sul tema delle pari opportunità perfino il Belize fa meglio dell'Italia

Studiare le differenze d'opportunità tra uomini e donne prendendo in considerazione salute, istruzione, lavoro e rappresentanza politica. E' quello che fa il Global Gender Gap Index elaborato dal World Economic Forum che, ogni anno, analizza come vengono trattate le donne (in confronto agli uomini) in tutto il mondo.

Un triste primato

Nel 2017 la posizione dell'Italia è desolante: ottantaduesimo posto su 144. In Europa peggio di noi sono sono Cipro (novantaduesimo posto) e Malta (novantatreesimo); ci superano perfino Grecia, Belize e Madagascar. L'indice del Gap Gender fotografa la differenza di trattamento tra uomini e donne ponendo l'accento sulla forbice di disparità nei settori chiave della società civile.

Le teste di serie

Testa di serie sono i Paesi del nord. Al primo posto l'Islandadove la disparità è pressocché nulla. Podio anche per Norvegia e Finlandia. A sorpresa la quarta posizione è del Rwanda che si piazza davanti alla Svezia.

L'Europa occupa la parte alta della classifica: tra i primi dieci si trovano Slovenia e Irlanda; la Francia è 11esima, la Germania 12esima e il Regno Unito 15esimo. 

Bene anche Nicaragua, Nuova Zelanda e Filippine. Gli Stati Uniti d'America sono solo quarantanovesimi, molto più in basso dei "colleghi" canadesi che sono sedicesimi.

La parte bassa della classifica

Al centesimo posto c'è la Cina seguita da India (108), Giappone (114), Corea (118), Turchia (131) e Arabia Saudita (138). All'ultimo lo Yemen.

Quello che preoccupa gli analisti è che, a livello globale, la forbice della disparità, per la prima volta dal 2006, si sia allargata invece di stringersi. Il questo modo l'obiettivo uguaglianza s'allontana. Se fino al 2016 veniva considerato ragionevole raggiungere la parità dei sessi in poco più di 80 anni, al ritmo di oggi ce ne vorranno più di 100.

Perché l'Italia è scesa così in basso

L'Italia, negli ultimi 12 mesi, è peggiorata specialmente sul tema della rappresentanza politica con il calo del numero delle donne all'interno del Governo ed è leggermente calata l'aspettativa di vita in salute per le signore passando dai 74 anni ai 73,7.

Altro primato negativo per il nostro Paese è quello che riguarda le differenze di opportunità nella vita economica per lei e per lui.

In questo l'Italia è addirittura al 118esimo posto della classifica mondiale. Si tratta di disparità a carico delle donne nella partecipazione alla forza lavoro (89esimo posto), nei salari (126esimo) e nel reddito (103esimo). Non solo: il 60,5% delle donne che si trova momentaneamente fuori dal mercato del lavoro non ha poi la forza e il coraggio di rientrarvi in quanto mancano le opportunità.

Uno spunto di riflessione

il Global Gender Gap Index è uno strumento di consapevolezza mondiale che sì fotografa una realtà di fatto, ma che, negli intenti, lavora per stringere quella forbice fino ad annullarla. Prendere spunto dalle politiche sociali dei Paesi virtuosi ed evitare gli atteggiamenti delle Nazioni agli ultimi posti della classifica può favorire, a livello globale, quella spinta all'uguaglianza di genere che, in troppi posti, è ancora un'utopia.

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Barbara Massaro