Movida sì!
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Movida sì!

Parigi elegge un "sindaco della notte" per mettere pace tra i tiratardi e il resto del mondo. Monaco di Baviera crea una zona franca in cui tutto è lecito. Roma si getta nei concerti live, mentre Napoli resta sveglia fino all’alba. Mode e modi di otto metropoli dove la notte è un culto. Estremo

A inventare la "Movida" fu Madrid quando, dopo i cupi anni del franchismo, coniò questo termine, preso in prestito dall’aggettivo "movido": cioè movimentato in italiano. Vate delle notti scatenate, che duravano fino all’alba del giorno successivo, era il regista Pedro Almodóvar. Che con la sua carica di vitalità contagiosa ha esportato la filosofia del divertimento senza freni e senza orari nelle principali metropoli europee.

Il tempo ha contribuito poi a mitigare gli eccessi e oggi la movida si declina in diverse versioni, che dipendono dai luoghi, dalle regolamentazioni e dalla tolleranza dei propri cittadini.

A Monaco di Baviera è "concentrata" in un’area industriale dismessa, la Kultfabrik, organizzata con club, bar, discoteche: sicura e tranquilla, si svolge in una zona franca della città, dove si può esagerare senza limiti.

A Barcellona si muove verso la spiaggia, e l’arenile di Barceloneta diventa un’isola felice, mentre i creativi di Copenaghen hanno scelto un’isoletta dove incontrarsi, in attesa del buio, che lassù arriva più tardi.

Londra osserva tutti dall’alto: nell’estate 2014 si sale sui tetti degli skyscraper per guardare film alla luce delle stelle. Lo sballo obbligatorio non esiste quasi più, in favore di soluzioni soft, come il "disco al fresco" che dilaga a Parigi: si balla, ma la musica è quella live dei concerti all’aperto, come a Roma che ha fatto degli eventi musicali le nuove free-zone del divertimento a dispetto dei crescenti divieti.

Milano è la città dei dj set nei giardini del design, mentre Napoli fa teatro tra palazzi e panorami strepitosi: una grande bellezza. Ecco le principali capitali ad alto tasso di divertimento.

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Luca Bergamin