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ANSA/STEPHANIE PILICK
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Le regole dell'abbigliamento femminile secondo il Corano

In Turchia, Arabia Saudita e Algeria le donne musulmane rivendicano il diritto di vestirsi come meglio credono. Ecco, invece, cosa prescrivono Corano e legge islamica

In Algeria una donna ha lanciato su Facebook l’«Operazione bikini» per rivendicare il diritto di indossare il due pezzi. In Arabia Saudita una modella è stata filmata di spalle mentre cammina in gonna corta e ventre scoperto a Ushayqir, una delle zone più conservatrici del regno. E in Turchia le ragazze sono scese in piazza per rivendicare il diritto alla minigonna. Ma come devono vestire le musulmane secondo i dettami conservatori? Ecco le principali linee guida, prescritte da Corano e legge islamica. E ciò che non è vietato, in teoria è permesso.

Mai scoprire i piedi

Le donne devono lasciar scendere la veste sotto le caviglie, in modo che copra i piedi. Non è permesso infatti indossare scarpe aperte che li lascino intravedere. La donna dovrebbe coprirli con il suo indumento, o indossando calzini o scarpe. Anche se è meglio che li nasconda con l’indumento, piuttosto che con i calzini. Non si possono indossare aderenti khuff (pantofole di pelle, ndr) perché mostrano la forma del piede. Non a caso sono indossate per lo più dagli uomini.

Tacchi alti? Solo con il marito

I tacchi alti rendono la passeggiata della donna «più seducente». Inoltre «espongono maggiormente la bellezza» e talvolta fanno anche rumori «attraenti». Ma una donna dovrà indossarli soltanto davanti al marito o, al massimo, quando è in compagnia di sole donne.

Trucco quanto basta

Nel Corano è scritto: «Dite alle donne credenti di custodire le loro parti private e di non esporre il loro ornamento, tranne quello che necessariamente deve apparire e tranne che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai figli, ai figli dei loro mariti, ai fratelli, ai figli dei loro fratelli, ai figli delle loro sorelle, ai bambini che non sono ancora a conoscenza degli aspetti privati delle donne».

Gli «ornamenti ordinari» come kajal, henné o anelli, si possono indossare in pubblico. Quelli «extra», come il profumo e il rossetto, non sono ammessi in pubblico. Qualsiasi tipo di trucco che renda una donna attraente e che susciti «attenzione amorosa» è vietato, in quanto annullerebbe l’intero scopo del velo.

La depilazione è halal

Non è consentito eliminare o accorciare le sopracciglia. E lasciare crescere le unghie è contro la sunnah del Profeta. Le leggi islamiche fissano un limite di tempo per il taglio di baffi, unghie, capelli e peli delle ascelle, e per i peli pubici (non è permesso lasciarli per più di 40 notti).

Farli crescere a lungo significherebbe assomigliare agli animali e ad alcuni miscredenti. Mentre se una donna ha i baffi o peli che crescono sulle guance, non c’è nulla di sbagliato nell’eliminarli perché «deturpano la sua bellezza». E lo smalto? Meglio evitare. E comunque occorre rimuoverlo durante le abluzioni, perché impedisce all’acqua di raggiungere le unghie.

Attenti ai capelli degli infedeli

Alla donna è proibita la rasatura, ma può accorciare i capelli. Dovrebbe però concordare con il marito il taglio, a condizione che non assomigli a quello delle donne dei kafiri (infedeli, ndr).

Non le è permesso invece tagliare i capelli corti nella parte posteriore e lasciare i lati più lunghi, perché anche questa sarebbe un’imitazione delle donne dei kafiri.

In spiaggia solo se coperte

La religione musulmana impedisce alle donne di mostrare il corpo scoperto. Nelle spiagge miste alcune fanno il bagno in gallabia (lunga tunica bianca) e con il velo. Altre indossano costumi coprenti e un velo in lycra. O maglietta e pantaloncini.

E poi c’è il burkini: burka e bikini, indica un completo con pantaloni elasticizzati alla caviglia, tunica lunga fino ai fianchi e un cappuccio che copre testa, collo e spalle. Viso, mani e piedi restano scoperti. Aheda Zanetti, australiana islamica di origini libanesi, l’ha creato nel 2004. Da lì il boom tra le musulmane. Ma non solo: è usato anche da ebree ortodosse, induiste e cristiane mormone. 

Abiti Imam-friendly

Paese che vai, abito che trovi. L’hijab è il velo che scopre solo il viso, indossato in tutto il mondo arabo. In Afghanistan e Pakistan c’è il burka, abito nero o blu, con una retina davanti agli occhi. Nel Golfo è diffuso il niqab, un velo nero che lascia scoperti solo gli occhi. L’abaya è l’abito saudita, che copre tutto il corpo. In Iran il chador, pur coprendo capo e spalle, lascia scoperto il viso. L’alamira è invece composto da un copricapo sui capelli e una sciarpa tubolare sulle spalle.


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Chiara Clausi