La morale? Tutta questione di lingua
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La morale? Tutta questione di lingua

Uno studio scientifico dimostra che l'etica di una nazione è strettamente collerata all'idioma che vi si parla

Dimmi che lingua parli e ti dirò che senso della morale hai. Si riassume così il risultato di uno studio, pubblicato sul sito Scientific American, condotto per capire se e come l'uso della lingua madre condiziona nelle scelte etiche. Le conclusioni sono chiare: il proprio senso della morale e il coinvolgimento emotivo nelle scelte difficili dipendono dalla lingua che si parla.

Il quesito posto ad alcuni soggetti, infatti, è di quelli classici: intervenire o no per salvare cinque persone, sacrificandone però un sesto? Il caso proposto simulava di assistere all'arrivo di un treno che rischiava di travolgere cinque persone. Azionando una leva e cambiando direzione al treno, però, le si poteva salvare, sacrificandone però un'altra che si trovava lungo il nuovo percorso del locomotore. Che fare? Ebbene, la risposta era differente a seconda della lingua nella quale si poneva la domanda: usando la lingua madre degli intervistati, generalmente questi non si sentivano di azionare la leva (80%), assumendosi la responsabilità di sacrificare una persona. Se, però, la domanda era posta loro in una lingua straniera, la percentuale di azione saliva al 50%. Come se il grado di coinvolgimento emotivo dipendesse proprio dalla lingua usata.

La spiegazione sarebbe legata al fatto che, usando la lingua madre, il senso della propria moralità è "filtrato" dal giudizio, ovvero da un ragionamento seguito dal cervello, che risulta inevitabilmente più freddo e razionale rispetto all'emotività.

Con le emozioni, però, funziona così...

Un secondo esperimento, però, ha anche dimostrato che il nostro atteggiamento morale può cambiare e di molto, a seconda della lingua, se si tratta della sola sfera emotiva. Chiamati a giudicare un rapporto incestuoso tra fratello e sorella, infatti, i soggetti sottoposti ad un secondo studio, hanno risposto in modo differente a seconda che la domanda fosse stata posta loro nella lingua madre o in una lingua straniera: nel primo caso sono risultati molto più inflessibili, nel secondo caso, invece, più tolleranti. Gli psicologi hanno spiegato questo comportamento ricordando come la lingua madre faccia riferimento alla sfera dei sentimenti profondi, viscerali (chiamata gut-level-feeling), mentre le lingue straniere hanno a che fare con l'area dei ricordi, che permette di superare alcuni taboo che nella lingua madre risultano invece più forti.

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Eleonora Lorusso