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InGalera, il primo ristorante all'interno di un carcere

Nella prigione di Bollate ha preso il via un'iniziativa unica nel suo genere

Rollè di salmone all'aneto, pappardelle di castagne con ragout di cervo, tamburello di pesce spada spadellato al timo e tortino tiepido di mele.

Sono alcuni dei piatti che fanno parte del menù di InGalera, il primo ristorante aperto all'interno di un vero carcere.

Si tratta del progetto voluto, avviato e realizzato dal penitenziario di Bollate, all'avanguardia da tempo sul tema del reinserimento del detenuto in società a fine pena (dal 2004 i reclusi lavorano per fornire catering esterni, coltivano orti, si prendono cura di cavalli che poi servono per l'hippoterapia e fanno teatro).

Il ristorante è gestito dalla cooperativa Abc (in collaborazione con PwC, network di servizi di revisione e consulenza legale e fiscale). E' Abc che ha messo a libro paga il personale (7 in tutto) regolarmente assunto all'interno della prigione.

Gli unici lavoratori a non essere detenuti sono Massimo Sestito, 46 anni, maître, food & beverage manager e lo chef, Ivan Manzo. I due camerieri, i due aiuto cuoco e il lavapiatti (più 2 stagisti) no.

Loro a fine servizio tornano in cella e ci resteranno ancora per parecchio. Condannati per crimini gravi hanno già scontato un terzo della pena e la legge prevede che possano uscire dal carcere per lavororare.

Di strada, in realtà, ne fatto poca, perchè proprio accanto alla guardiola è stato aperto il ristorante: design innovativo, locandine di film "in tema" (da Fuga da Alcatraz a Il Miglio Verde) alle pareti, tovaglie immacolate la sera e americane a pranzo con volti ed immagini di persone detenute nelle prigioni del mondo.

Un progetto serio frutto di un lavoro di rieducazione già avviato dall'ex direttrice del carcere Lucia Castellano e continuato con il direttore Massimo Parisi che spiega: "Dobbiamo riflettere sul senso comune della pena e chiederci che cosa ci aspettiamo davvero da un carcere. Io mi aspetto che i detenuti, una volta usciti, non commettano altri reati".

Per cenare a InGalera bisogna prenotare, presentarsi in guardiola e poi assaggiare le pietanze proposte alle quali si aggiunge una carta di vini regionali di tutto rispetto. Con 40 euro si cena (a pranzo una carta ridotta permette di risparmiare) e chi lo ha provato assicura che ne valga la pena.

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Barbara Massaro