Lady Gaga si dà alla cucina (italiana). E non è l'unica
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Lady Gaga si dà alla cucina (italiana). E non è l'unica

Dal limoncello di Danny De Vito alla pizza di Rocky, passando per la trattoria di Lady Gaga e quella di Ridley Scott e Robert De Niro: ecco i ristoranti (made in Italy) dei vip

Che lo showbiz andasse matto per la cucina si sapeva, ma negli ultimi tempi gli occhi e (e le papille degustative) di attori e cantanti hanno puntato decisamente sulla cucina italiana. Da Lady Gaga a Danny De Vito, passando per Robert De Niro e Sylverster Stallone è tutto un aprire di ristoranti e trattorie dove gustare pasta, risotti e sorseggiare buon vino italiano e limoncello. La parola d'ordine è "made in Italy" e per la precisione ad andare per la maggiore è la Toscana, con tutti i suoi piatti e sapori tipici.

Ecco allora che Lady Gaga ha aperto Joanna (uno dei suoi nomi all'anagrafe), una trattoria dove, appena entrati, si possono ammirare alle pareti affreschi di paesaggi tipici italiani e toscani. Naturalmente nel menù non potevano zuppe e caciucco. Del resto il padre di Stefani Joanna Angelina Germanotta, meglio nota appunto come Lady Gaga, è di origini italiane e precisamente di Messina. Ma la cantante ha preferito la terra dei colli senesi e della torre pendente. Diversa la scelta di Danny De Vito, che invece ha prodotto il suo Limoncello Premium, il noto liquore giallo, con soli limoni coltivati e lavorati nel Sud Italia. Il risultato pare che sia davvero eccellente, se persino la rivista Time ha citato il limoncello di De Vito tra le 10 specialità realizzate da vip e celebs.

Dalle parti di Hollywood e dintorni l'italian food gode di così tanto successo che anche al ristorante Ago di Los Angeles è possibile chiedere risotto ai funghi e pollo alla toscana, preparati in una cucina a vista sulla sala da pranzo, diretta dallo chef Agostino Sciendri, con un forno a legna che scalda l'ambiente (e i cuori degli appassionati di buona tavola). Chi sono i proprietari? Robert De Niro e Ridley Scott. Per l'attore, però, non si tratta di un'esperienza isolata, visto che ha appena "bissato" con un altro ristorante, rigorosamente italiano, a New York: la Locanda Verde. Ma se per Lady Germanotta e De Niro il cognome tradisce le origini italiane, per Ridley Scott il legame con lo "stivale" è forse affettivo. Che dopo aver girato Il Gladiatore si sia innamorato non solo dell'antica Roma, ma anche di quella moderna?

Diverso il discorso per Hulk Hogan, l'ex campione di wrestling, che all'anagrafe si chiama però Tony Gene Bollea e tradisce dunque (anche lui) origini italiane: è sua la catena di Pastamia, con punti di ristorazione in tutto il mondo, persino a Singapore, Indonesia, Malaysia, India e paesi mediorientali. Un altro italo-americano che si è dato alla cucina è poi Francis Ford Coppola, con il suo ristorante Cafè Zoetrope a San Francisco. Nel campionario degli attori e registi proprietari di ristoranti e trattorie non poteva poi mancare Sylvester Stallone, che notoriamente adora pasta e pizza, e di recente è diventato socio proprietario del Buca di Beppo Restaurant, all'Universal City Location, in California. Tra i suoi "compagni di merende" c'è ancora una volta Danny De Vito, insieme a Charlie Sheen. Ma Rocky non è nuovo ad iniziative del genere. Basti pensare che nel "lontano" 1991 si lanciò nella fondazione della catena di ristoranti Planet Hollywood, voluta dall'ex presidente dell'Hard Rock Cafè, Robert Earl. A sostenere l'avvio della catena ci furono anche Bruce Willis, l'allora moglie Demi Moore e, prima ancora, Arnold Schwarzenegger.

E' andata peggio a Jennifer Lopez, che ha dovuto chiudere il suo Madre's, un ristorante cubano nel distretto di South Lake a Pasadena, in California, dopo appena sei anni di vita, sembra a causa della pessima conduzione da parte della famiglia della cantante. Stesso destino amaro per Cameron Diaz, che ha dovuto abbassare la saracinesca al suo Bambù, a Miami, dopo due anni di gestione. Ma in questo caso la chiusura è stata dettata dalle scarse condizioni igieniche delle cucina, rilevate dall'ufficio di igiene. Resistono invece Larios on the beach, di Gloria Estefan, e Casa Salsa, di Ricky Martin, sempre a Miami. Che possano essere minacciati dai ristoranti "made in Italy"?

Di certo anche in Italia ci sono casi di attori che investono nella ristorazione. E' il caso di Ricky Memphis, tra i protagonisti storici di "Distretto di Polizia", che insieme ai colleghi Simone Corrente e Tony Leone ha aperto Nè arte Nè parte al Testaccio a Roma. Stessa iniziativa per Nancy Brilli, che con alcune amiche è invece proprietaria di Beef, dove si mangia carne in ogni forma e taglio, accompagnata da una selezione di 100 etichette di vini. E se non si finiscono nè l'una nè l'altra, è possibile portare a casa gli avanzi con eleganti doggy bag e wine bag.

E se Marco Baldini e Jerry Calà hanno puntato sulla cucina tipica, rispettivamente romana (da Sottarponte...osteria in ammollo) e veronese (I Tre Camini), Nathalie Caldonazzo ha scelto il giapponese, con Chikutei, letteralmente "fiori di bambù"), gestito con Anna Chang ai Parioli.

Nel panorama dei “ristoranti vip” in Italia, però, accanto ad attori e showgirl non potevano mancare i calciatori. Nella Milano da bere (e da mangiare) è rinomato El Gaucho, il locale argentino nel cuore dei Navigli, aperto dall’interista Zanetti, insieme a Guly e Vivas, dove poter degustare Las Empanadas, la Molleja e il Matambre. A dire il vero Zanetti è proprietario anche di Botinero, questa volta in zona Brera, dove l’impronta calcistica c’è, eccome. E non solo perché il socio in questo caso è Esteban Cambiasso, ma perché tutto il locale (il cui nome significa “calzolaio”), è arredato anche con scarpe e maglie da calcio.

La lista dei calciatori, soci di ristoranti, però, è lunga: Kaka Kaladze si è buttato negli “affari della tavola” diventando socio dello storico Giannino; è di AmbrosiniL’Amour, mentre Seedorf ha aperto Finger’s, dove gustare piatti giapponesi di cui erano appassionati, ai tempi del Milan - anche Beckham e consorte. Pioneri nel genere ristorazione sono stati altri due milanisti come Billy Costacurta e Sebastiano Rossi, che hanno aperto ancora anni fa l’Ibiza in via Garibaldi, sempre nel capoluogo lombardo, dove non poteva mancare, infine, SuperSimo (Ventura) che all’epoca del matrimonio con Stefano Bettarini aveva inaugurato i locali Il Basilico e Satin.

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Eleonora Lorusso