Il terzo grado - Ilaria Spada
(Ufficio Stampa)
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Il terzo grado - Ilaria Spada

Intervista all'attrice, che torna sulle scene dopo due anni di assenza con il film Un matrimonio da favola di cui è protagonista

NOME: Ilaria Spada

CHI E’: attrice 

COSA FA: è la protagonista femminile di Un matrimonio da favola, nuovo film di Carlo Vanzina, nei cinema dal 10 aprile. Torna così sulle scene dopo due anni di assenza per la nascita del figlio Ettore, avuto dal compagno Kim Rossi Stuart. A breve sarà la coprotagonista del film Arance e martello di Diego Bianchi, in arte Zoro, al suo esordio alla regia.

DICE DI SE’: “Mi piace molto di me il fatto di essere aperta ai cambiamenti; mi piace pensare che ieri ero fatta in un certo modo e domani sarò in un altro. La vita è talmente complessa che limitarsi a un unico punto di vista è troppo riduttivo”.

In quali attività diresti di avere talento, e in quali diresti di non averne affatto?

Nelle cose creative tiro fuori un discreto talento. Non ne ho per niente quando si tratta di tecnologia: sono negata.

Se potessi scegliere un’attività per la quale non hai talento e venirne magicamente e generosamente dotata, quale attività sceglieresti?

Mi piacerebbe avere una mente matematica e scientifica. Sono attratta dalle intelligenze analitiche: le trovo davvero molto intriganti.

Ti piace quando ti cantano “Tanti auguri”?

Sì, anche se un po’ mi imbarazza, dà subito un’aria di festa e di allegria.

Al cinema piangi quando dovresti piangere, al momento sbagliato o non piangi affatto?

Rido e piango in momenti tutti miei, anche quando non c’è da ridere o da piangere. L’empatia e la sensibilità hanno il sopravvento e non bado per nulla all’aspetto tecnico.

Hai ancora qualcuna delle tue vecchie pagelle o dei tuoi trofei sportivi d’infanzia?

Le pagelle non so che fine abbiano fatto: conservo tutto, ma non sono molto ordinata. Invece ho sicuramente qualche diploma degli stage di danza che facevo da ragazzina: li ho tenuti perché sono un ricordo piacevole.

C’è da fidarsi di più o di meno di chi mangia cibo insapore rispetto a un buongustaio raffinato?

Non ne faccio una questione di fiducia. Mi piacciono i buongustai ma anche si sa apprezzare il cibo poco condito: io sto riscoprendo l’alimentazione controllata e ci sono piatti apparentemente non insapore, che invece rivelano un gusto inaspettato e autentico.

Puoi dire con certezza di aver amato?

Sì.

Ti chiedi più spesso che ne è stato della gente normale che hai conosciuto o degli strambi che hai conosciuto?

Ho una grande attrazione per la follia e per le menti umani estreme: la follia ha qualcosa di superiore e surreale, per cui forse penso di più agli strambi. Anche se nell’ambiente dello spettacolo bisogna sapere distinguere tra gli stravaganti veri e quelli che si atteggiano a tali.

Sai mentire?

Sì, mi è capitato di mentire ma per me è una cosa devastante, di quelle che mi fa stare male. Quando è successo è andata bene ma è un sacrificio che mi risparmio volentieri.

Gli sport per te sono qualcosa da fare, guardare o ignorare del tutto?

Da fare. Anche se per indole non sopporto molto la fatica: per questo preferisco gli sport all’aria aperta, dove posso distrarmi e guardare ciò che mi circonda. Vado a cavallo e corro, ma considero sport anche muovermi in giro per Roma con la bici: anche solo andare a fare la spesa in bicicletta è faticosissimo (dice ridendo).

Quando il gioco si fa duro, sei una dei duri che cominciano a giocare?

Sì. Ma mi considero più combattiva che competitiva. E poi ho un forte senso della giustizia, forse addirittura un po’ ideologico: se c’è da difendere qualcuno a cui è stata fatta una scorrettezza, mi butto a capofitto. Sono sempre stata così.

Qual è la tua torta preferita?

Sono due: la torta con crema pasticcera e fragole e il profitterol. Non so preparare i dolci, ma per fortuna abito in una zona in cui ci sono ottime pasticcerie.

Ti definiresti una buona archivista, rispetto alla tua memoria, o una cattiva archivista?

Pessima archivista. E in più disordinata, perciò quando non trovo una cosa me la prendo sempre con tutti tranne che con me stessa (ride).

Quest’anno farai viaggi significativi?

Mi piacerebbe molto, anche se avendo un bambino piccolo è difficile. Però mi piacerebbe fare un viaggio lungo e intenso: ma spero di organizzarne presto uno in Perù, un Paese voglio visitare da tempo.

Sarai più felice in futuro?

Sì. Mi piace pensare che con il passare del tempo, investendo in massicce dosi di consapevolezza e lasciando da parte ansie e insicurezze, sarò più serena. 

*domande estratte da Interrogative Mood (Guanda editore)

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Francesco Canino