Quel Salone che sfinisce (ma poi ti coccola nel letto)

La settimana del Salone del Mobile, è una specie di gara a chi la “disegna” più estrosa. A parte la quantità industriale di eventi fuori Salone, che girando per le strade di Milano non puoi ignorare, si inciampa su qualsiasi …Leggi tutto

La settimana del Salone del Mobile, è una specie di gara a chi la “disegna” più estrosa. A parte la quantità industriale di eventi fuori Salone, che girando per le strade di Milano non puoi ignorare, si inciampa su qualsiasi genere di installazione più o meno funzionale. Letti sui binari dell’ Area C, per simulare la giungla metropolitana. Divani come astronavi full optional che ti consentono di rimanere fermo, immobile, per ore, davanti alla tv per ore senza rinunciare a soddisfare qualsiasi tipo di necessità. Roba piuttosto da fantascienza.
Poi però, se aguzzi la vista e ti guardi un po’ meglio intorno, cogli quel dettaglio che effettivamente non fa rima con idee stroboscopiche o progetti interplanetari. Trovi quella coccola che fa la differenza. Il dettaglio che vale. E che personalmente riesce ad essere speciale senza suonare rumorosa.
Ho scoperto – ammetto.. leggendo uno dei tanti comunicati stampa di brand internazionali e non che affollano la mia posta in questi giorni di eventi – una start-up, che ha timidamente fatto il suo primo passo nel mondo dei grandi. Un’azienda creata da un giovane che ha voglia di sfidare i venti di crisi e il pessimismo intergalattico ancora in uso tra i cervelloni dell’economia. E ha puntato su un bene che non si può collocare propriamente nel lusso, ma che di lusso diventa. Le lenzuola.
Ora. Io non capisco granchè di fili , 300.. 1000, ma quello che mi ha colpito è l’idea di questo gruppo di imprenditori “Lenzuolissimi” che difende il made in Italy. Alla guida c’e’ un ragazzo giovane giovane che arriva dalla storica Frette – utilizzando solo materiali del nostro Paese. L’idea è stata quella di mettere il Logo, le cifre e tutto quello che puo’ personalizzare, sul tessuto. Anche in tempo reale. Voglio dire.. La camicia l’avevamo vista. Anche la borsa di Louis Vuitton. E molte altre chicche da sfoggiare in pubblico. Le lenzuola no. Sono esclusivamente per quel privatissimo momento di relax che viviamo solo noi. L’Italia è un paese che può stupire semplicemente difendendo idee e tradizione. materiali e manodpera. Ci vuole coraggio. E una bella trovata, come questa . Che non fa rumore ma che si fa notare. Il lusso vero non è forse questo? Quei dettagli che fanno la differenza.

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Stefania Cavallaro

Classe 1975, (felicemente) sposata, (felicemente) mamma, (felicemente) vice caporedattore a Studio Aperto, il tg di Italia Uno. A parte la conduzione del tg delle 12.25, ormai un appuntamento fisso ogni due settimane, per il resto mi occupo davvero di tutto, politica, esteri, cronaca e costume. Curiosa, tecnologica, amante del lusso e del cinema. Mi diverto  a raccontare quel che gli altri vedono da fuori, come un mondo luccicante e complicato, così come io ho il privilegio di viverlo da dentro. Tutta un'altra storia.

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