Francesca Pascale (in jeans o abito nero)

La prima volta che ho visto Francesca Pascale, mi trovavo a Palazzo Grazioli per l’intervista di chiusura campagna elettorale a Silvio Berlusconi. Direi fine febbraio 2013. Quel giorno saltò il comizio di Berlusconi previsto alla Fiera Oltre Mare.…Leggi tutto

La prima volta che ho visto Francesca Pascale, mi trovavo a Palazzo Grazioli per l’intervista di chiusura campagna elettorale a Silvio Berlusconi. Direi fine febbraio 2013. Quel giorno saltò il comizio di Berlusconi previsto alla Fiera Oltre Mare.

I primi sintomi della congiuntivite , che poi come tutti sappiamo costrinse l’ex premier al ricovero ospedaliero – con tanto di visita fiscale – sopraggiunsero proprio in quelle ore. E così l’intervento ando’ in diretta dalla residenza di Via del Plebiscito, dove raccolsi per Tg4 e Studio Aperto l’ultima battuta del Cavaliere (lo è ancora, checché ne dica qualcuno) prima del silenzio elettorale.

L’atmosfera era frenetica, il cambio di programma per quel disturbo agli occhi aveva un po’ spiazzato i piani. Insomma giornata fitta e ritmi frenetici. Tutto si incastra tra attenzione a non “sforare” i tempi e rapidità per permettere ad altri colleghi di concludere le interviste. A quel punto, quando tutto sembrava essere incastrato al suo posto, vedo lei. Che al momento scambio per una ragazza dello staff del pdl. Fresca, sorridente.

Mi colpisce il look. Un jeans neo e una tshirt in tinta, le ballerine, la coda. Zero trucco. Penso, che carina. Non l’ho mai vista. Si presenta “Ciao, io sono Francesca”, l’accento napoletano si coglie, e mi allunga la mano mentre con l’altro braccio regge il piccolo Dudù, credo appena arrivato in famiglia. Capisco chi ho di fronte solo quando la vedo avvicinarsi, quasi in punta di piedi a Berlusconi:

“Tutto bene? Ancora interviste? Dai, che hai finito… ” Il “tu” fu il primo indizio, la mano poggiata sulla spalla a mo di sostegno, la conferma. Lei era Francesca Pascale.

Da quel giorno, ogni volta che mi sono trovata nella residenza di Roma o quella di Arcore, Francesca è stata una presenza discreta, ma fissa. In disparte, ma presente. Nei modi, nell’abbigliamento, nell’intervenire in un discorso o più banalmente nell’entrare in una stanza. L’abitino nero, molto bon ton e semplice, che indossava alla manifestazione davanti a Palazzo Grazioli, l’ho già visto almeno altre due volte.

Ora, non che sia qualcosa di eccezionale, ma delle tante fotografia che sono state scattate durante il comizio di Berlusconi, questo è uno dei dettagli che mi ha colpito. Perché dalla donna che sta al fianco di un uomo potente e benestante come lui, puoi aspettarti tante cose. Che possa avere ciò che vuole ed esibirlo poi in pubblico, per esempio. Che voglia farsi notare.

Lei invece c’e’, osserva, e quando è il momento, interviene. Un gesto. Una parola. Mette in riga il giornalista che si lancia in un termine troppo forte per definirla, senza timore di sembrare reattiva. Lo avrebbe fatto comunque, anche se non fosse stata la compagna dell’ex premier.

Ma soprattutto non perde di vista mai la persona che ha accanto. Non solo perché presa dal carisma del soggetto in questione, ma per rassicurare che in qualsiasi momento ci sia bisogno, tra le mille persone che gravitano attorno a Silvio Berlusconi, lei è lì. Tifa per lui e non si limita a fare presenza. Tubino nero o jeans, l’entusiasmo resta lo stesso.

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Stefania Cavallaro

Classe 1975, (felicemente) sposata, (felicemente) mamma, (felicemente) vice caporedattore a Studio Aperto, il tg di Italia Uno. A parte la conduzione del tg delle 12.25, ormai un appuntamento fisso ogni due settimane, per il resto mi occupo davvero di tutto, politica, esteri, cronaca e costume. Curiosa, tecnologica, amante del lusso e del cinema. Mi diverto  a raccontare quel che gli altri vedono da fuori, come un mondo luccicante e complicato, così come io ho il privilegio di viverlo da dentro. Tutta un'altra storia.

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