Femministe in bocca al lupo
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Femministe in bocca al lupo

In Francia viene messa al bando la favola di Cappuccetto Rosso perché considerata "sessista"

Tempi cupi. Anzi, cupissimi.

Sarebbe bello pensare ai tempi della caccia alle streghe come a un’anticaglia medievale, un capitolo della storia umana morto e sepolto.

Invece, “a volte ritornano”.

La nuova inquisizione ha ribaltato i ruoli e ora sembra fatta da streghe furibonde determinare a dare la caccia agli “stereotipi di genere”.

Che, naturalmente, sono ovunque.

Capuccetto sotto attacco

Dopo essere finita tempo fa nel mirino degli animalisti (Povero lupo! Maledetto cacciatore!) è di nuovo sotto processo la favola di Cappuccetto rosso.

La ministra dell'Istruzione francese, Najat Vallaud-Belkacem, impugna i nuovi programmi delle elementari per trasformarli in “un'occasione importante per migliorare i libri di scuola prevenendo stereotipi e discriminazioni che alimentano l'ineguaglianza tra gli alunni"

Come?

In soldoni, si tratta di rimuovere numerose favole della cultura popolare, (Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Hansel e Gretel...) accusate di essere "imbottite di rappresentazioni sessiste".

Finalmente! Non se ne poteva veramente più!

Ma possiamo far meglio.

Che dire della classica scena del Principe azzurro che bacia la bella, addormentata da un sortilegio, e la riporta in vita? Altro che romanticismo, si tratta di stupro!

Avrebbe dovuto accertarsi che la principessa fosse consenziente!

Avrebbe dovuto finire in galera, altro che vivere con lei "felice e contento".

E che dire di Disney - quel malfattore, quel massone nazista! - che con i suoi cartoni animati ha plagiato milioni di fanciulle rendendole fragili prede di biechi maschi profittatori?

Censuriamo anche i cartoni animati popolari, presto!

Ma perché limitarci?

Non sono mica solo le storie per bambini il problema. Anche le tonnellate di lettere d’amore scritte e inviate nei secoli dei secoli o nei romanzi e nei poemi. Letteratura? Poesia? Diciamo le cose come stanno: insensibile persecuzione (Werther e Cyrano non erano che volgari stalker!).

Per non parlare della vita reale. Di cui siamo tutti testimoni omertosi.

Il rapporto tra i nostri nonni e il dolce focolare che teneva in piedi intere famiglie?

Ridicolo!

Era tutto un orrore taciuto, una repressione brutale, un reame di infelicità e sopraffazione da cui siamo stati biecamente influenzati.

Infatti oggi finalmente stiamo realizzando che è solo colpa di nonni, romanzi, favole e cartoni animati se non siamo ancora emancipati, liberi, pari, felici.

In bocca al lupo

Ai nostri figli dobbiamo riservare un futuro al riparo da questo genere di pericolosissima propaganda. Dobbiamo insegnargli che la censura è solo quella che riguarda “la teoria del gender” (che, non dimentichiamoci, non esiste, è solo un’invenzione fascista!), mentre liberarsi della cultura popolare, delle tradizioni e dei valori che hanno tenuto in piedi gli esseri umani per secoli, quello si chiama progresso sociale.

E no, non ci venga in mente neanche per un attimo che si tratti solo di barbaggianate in cui sguazzano tutti gli imbonitori (e le imbonitrici!) da due soldi, che su queste scemenze costruiscono carriere e popolarità, vendono libri, pasteggiano e pernottano come dorati zingari 2.0 spostandosi da un festival all’altro, da una tavola rotonda a un convegno, cambiando il nome (e il genere) agli omicidi ottenendone in cambio applausi e gettoni di partecipazione.

Ministre come la ministra francese sono eroine contemporanee (mica come quella stordita di Cappuccetto Rosso che aveva bisogno del cacciatore per salvare la pelle) a cui non possiamo che augurare un letterale "In bocca al lupo".

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Marco Cubeddu

Nato a Genova nel 1987, vive a Roma, è caporedattore di Nuovi Argomenti e ha pubblicato i romanzi Con una bomba a mano sul cuore (Mondadori 2013) e Pornokiller (Mondadori 2015). Credits foto: Giulia Ferrando

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