Trapani, Museo di San Rocco, un "ponte" tra il sacro e la laicità - FOTO e VIDEO

Un luogo dell'arte contemporanea ma anche della riflessione religiosa e filosofica e un creative lab a disposizione dei giovani

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Silvia Morara
La Chiesa museo di San Rocco a Trapani

Sulla carta, il Museo di San Rocco, nel pieno centro storico di Trapani, lo abbiamo conosciuto ancora prima di partire per questa tappa conclusiva di Panorama d'Italia 2016, nella sua veste di location di due nostri eventi: quello con Danilo Ferrari e poi con la lezione di Stefano Zecchi.

Quando, poi, vi siamo entrati, ci ha colpito fin da subito per via di quel crocifisso (il Cristo danzante di Marco Papa) sulla parete alle spalle di intervistato e intervistatore. E poi per quella scultura del santo nello scorcio laterale.

Come avevamo sospettato, ciò che abbiamo visto si è rivelato soltanto una piccola porzione del tutto, la punta di un iceberg bello, grande e sfaccettato.

A partire dalla storia dell'edificio, che comincia, in formato "religioso" (una chiesa), nel 1653, l'anno del suo completamento.

Sottratta alle autorità ecclesiastiche poco più di due secoli dopo, rinasce con una nuova identità "laica", ospitando prima un ufficio postale, poi alcune sedi comunali e privinciali distaccate e perfino alcune aule scolastiche.

Viene restituito alla Chiesa negli anni '60, rimane chiusa per diverso tempo, rinascendo un'altra volta nel 2012 come polo museale interdisciplinare e sede del Museo.

Intermediazione continua
"Un ponte tra il sacro e la laicità", ha sintetizzato don Liborio Palmeri, delegato vescovile per la ricerca, le arti e il dialogo culturale della diocesi di Trapani e direttore della struttura.

Un'impresa tutt'altro che facile: "Cercare di essere un punto di incontro tra la grande tradizione della Chiesa e quello degli artisti contemporanei è la nostra missione e ci troviamo spesso a dover mediare tra la diffidenza e le resistenze degli uni nei confronti degli altri. Ma il bilancio, finora, è stato molto positivo".

Oltre a far da sede a mostre ed eventi, il Museo ospita una permanente con le opere di alcuni artisti importanti già storicizzati come Carla Accardi e Alberto Gianquinto, altri già affermati come Turi Simeti e Adrian Paci, altri ancora emergenti come Minjun-kim e Jung Uei Jung.

Ma il Museo è anche un luogo di ricerca sulla tradizione spirituale e le arti, oltre che un laboratorio creativo per i giovani interessati al mondo della sperimentazione e della produzione artistica.

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Luciano Lombardi