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Panorama D'Italia

Trapani, la rinascita della bellezza

Crescono numero delle imprese ed esportazioni, volano occupazione e turismo. La città riparte dalle sue tante eccellenze

«Ospitale, ricca di fascino, carica di storia, cultura e tradizioni». Giuseppe Pace, presidente della Camera di Commercio di Trapani, stringe in una definizione indovinata una città e una provincia che non lasciano indifferente nessun tipo di viaggiatore. Che ammaliano, conquistano, depositano un segno negli occhi e nel cuore. Merito di un’incredibile duttilità, una stupefacente poliedricità: «Siamo un territorio dai mille sapori e odori, immerso in una natura incontaminata che sa di mare, di montagna, di campagna, di sale, di pesce, di vino. Di bontà. Dove è possibile trovare scenari incantevoli e un’offerta gastronomica che tutto il mondo ci invidia».

Doni spontanei che, smaltita la crisi, sono tornati a essere uno straordinario lievito, un veicolo di sviluppo confermato dai numeri, non solo dalle sensazioni. Nell’ultimo anno il numero delle imprese è cresciuto di circa l’1 per cento, con 465 unità in più. Un dato superiore alla media nazionale (+ 0,42 per cento) e a quella regionale (+ 0,55 per cento). E sì, con il giusto orgoglio campanilistico, Trapani fa meglio di Palermo (+ 0,97 per cento), segno che qui sta avvenendo qualcosa di importante. «Possiamo essere fiduciosi, ottimisti» conferma Pace. Le aziende registrate sono 45.846 oggi, il trend suggerisce che supereranno quota 46 mila entro la fine del 2016.

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Spacchettando i settori, giusto tributare per primo il meritato credito al turismo, calamita di presenze e moltiplicatore di capitali. La crescita annua è da record: quasi il 6 per cento. «In questo quadro» fa notare il presidente «un ruolo importante è stato svolto dall’accordo di comarketing con la compagnia aerea Ryanair, che ha portato turisti in gran numero e ha sostenuto la nascita di attività ricettive e servizi connessi». Con un effetto collaterale parecchio apprezzato: «Aumentata l’offerta» sottolinea Pace «sono scesi i prezzi senza intaccare la qualità. È una classica legge del mercato che qui ha generato conseguenze positive».

Insomma, mentre altrove località diventate di moda ritoccano verso l’alto le tariffe, finendo a tratti per esagerare, a Trapani e dintorni l’ospitalità non si riduce a privilegio d’élite. Resta per tutti. E non è l’unica buona notizia: «Nel corso del 2015» aggiunge il numero uno della Camera di Commercio «il numero di occupati nella nostra provincia è letteralmente esploso». La variazione è a doppia cifra: più 10 per cento. «Davanti a tutte le altre province siciliane e ai macro territori italiani».

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«Siamo un territorio dai mille sapori e odori, immerso in una natura incontaminata che sa di mare, di montagna, di campagna, di sale, di pesce, di vino. Di bontà»

A contribuire a questo boom, il settore agricolo e le costruzioni (più 2.400 occupati ognuno) e gli altri servizi (più 6.700). A beneficiarne, due fasce d’età molto peculiari: i ragazzi tra i 25 e i 34 anni e gli over 55. Così, il tasso di disoccupazione (rilevato sugli over 15) si attesta al 16,7 per cento, di quasi cinque punti più basso rispetto alla media siciliana che arriva a quota 21,4 per cento.

Sembra davvero un’oasi felice l’area del trapanese, aperta a vari stimoli e contaminazioni. Qui l’imprenditoria straniera ha aggiunto 114 realtà in dodici mesi (più 6,3 per cento), con un contributo notevole dato dalle aziende tunisine, che pesano per la metà in tale trend. Di altre 170 unità lievitano le società in rosa, portando quelle condotte da donne, a fine giugno, intorno a quota 12 mila. «Di nuovo» commenta Pace «ritorna ad avere un ruolo determinante il nostro Dna di accoglienza, di gusto per l’integrazione, l’inclusione».

Un atteggiamento con un risvolto altrettanto cruciale: l’apertura verso i mercati internazionali, che apprezzano e premiano i prodotti made in Trapani. Ecco che nel primo semestre del 2016 le esportazioni hanno guadagnato il 2 per cento, con un primo trimestre da record in cui si è sfiorato il più 12 per cento.

Gettonatissime le eccellenze di cui il territorio è ricco. Ovvia menzione per il settore vinicolo, che a giugno 2016 guadagnava l’8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015. Da applausi l’apporto del comparto di frutta e ortaggi lavorati e conservati: più 53 per cento, con una domanda possente da parte degli Stati Uniti seguita da Regno Unito, Giappone e Taiwan. Bene anche l’export dell’olio: più 4 per cento su base annua. Un pacchetto incoraggiante, di fronte al quale la Camera di Commercio, a pieno titolo, rivendica una fetta di merito: «Assieme ad altri enti del territorio» rileva il presidente «accompagniamo le aziende in un percorso di visibilità internazionale, organizziamo eventi con operatori e buyer».

Una strategia che ha pagato ed è verosimile, non solo ottimistico, che continuerà a farlo. «Rispetto ai periodi bui della crisi» aggiunge Pace «questa inversione di tendenza è a regime da un paio d’anni. Dobbiamo cercare di mantenerla, sono sicuro che siamo sulla buona strada». In fondo, in Sicilia, non è mai stato un problema rimboccarsi le maniche: «Siamo un popolo laborioso e capace, tutto da scoprire nei gesti e nei riti millenari tramandati di generazione in generazione fino ai giorni nostri». Lo splendore di Trapani e della sua provincia ne sono una prova lampante.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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