A Padova, con Focus in viaggio nel tempo (meteorologico) - FOTO e VIDEO

A Padova, con Focus in viaggio nel tempo (meteorologico) - FOTO e VIDEO

Conoscere il clima e prevedere come è destinato a cambiare: l'obiettivo del magazine di divulgazione scientifica a "Panorama d'Italia"

Focus sbarca a Padova per la terza tappa di Panorama d'Italia con il primo dei suoi due eventi, quello dedicato ai cambiamenti climatici e alle previsioni del tempo.

A fare gli onori di casa, e a guidare i partecipanti in questo viaggio nel tempo (meteorologico) c'è il direttore del magazineJacopo Loredan.

I misteri svelati dai ghiacci

Il pubblico scalpita e la parola passa subito a Jacopo Gabrieli, glaciologo e ricercatore Cnr che, dall'alto delle sue conoscenze in materia di ghiacci, ha una argomentazione perentoria: "Nonostante le perplessità dei 'meteoscettici' le temperature sono oggi soggette a una fase di grande cambiamento". E ciò, a quanto pare, ha un'influenza diretta sullo stato dei ghiacciai.

Tanto per avere un'idea, spiega Gabrieli: "Negli ultimi cinque anni la Marmolada ha perso il 25% della sua massa e nel suo caso, come in tutti gli omologhi, il permafrost, che è lo strato di ghiaccio che prende forma all'interno delle rocce, si scioglie, e si formano le frane".

Nel suo successivo excursus storico che prende le mosse a partire dal 1837 con gli studi del francese Agassiz, che per primo teorizzò l'esistenza delle ere ghiaciali, ci racconta come "gli studiosi della storia del clima abbiano rilevato una continua e costante alternanza di periodi caldi e periodi freddi.

Ieri come oggi, dunque, con la differenza che ai nostri giorni questa alternanza è sempre più rapida e più i periodi sono caldi, più l'accumulo di sostanze tossiche nei ghiacci, e nell'ambiente, aumenta".

"In tutto questo - domanda Loredan - stiamo facendo abbastanza per contrastare in modo adeguato tutti gli aspetti negativi che derivano dai cambiamenti climatici?"

Che fare, quindi?

La risposta, in questo caso, tocca a Barbara Degani, sottosegretario al Ministero dell'Ambiente. "A livello internazionale ci si muove, e lo si sta facendo anche piuttosto rapidamente.

In Italia, arriverà a breve la proposta di ratifica che porterà entro fine anno anche l'Italia tra i Paesi firmatari dell'ultimo accordo sul clima, il COP21 di Parigi".

Ma quali sonoi punti salienti di questa intesa dei grandi mondiali a favore dell'ambiente? "Il -50% di CO2 entro il 2030, per esempio, o più in generale e maggior sforzo nelle rinnovabili entro nel 2050 - prosegue la Degani - come pure il passaggio alle totalmente rinnovabili al 2100 sono obiettivi che l'Italia persegue a livello europeo, in accordo cioè con gli altri Paesi dell'Ue".

Educare e comunicare

"Che cosa si può fare per stimolare di più la coscienza ambientale dei cittadini", interviene Loredan. "Si può fare molto - è la replica del sottoegretario - a partire dall'educazione nelle scuole, e attraverso idonee strategie di comunicazione.

Non sarà facile perché il processo è complesso, visto che ciò che prevede COP21 cambierà radicalmente il nostro stile di vita".

Tra questi, c'è in primissimo piano il come come produciamo e come smaltiamo i prodotti tecnologici. A fare luce sul tema è Giancarlo Morandi, presidente di Cobat, il consorzio per la raccolta e il riciclo dei rifiuti.

A Padova, Focus mette il clima sotto processo

L'economia del riciclo

Parte da lontano il manager, raccontando dell'adesione del consorzio alla Carta della Terra, che di recente gli ha riconosciuto un premio di merito per come ha gestito e gestisce la sua attività core, e poi scende a raccontare di come la sua attività si sia via via aperta verso la ricerca e l'individuazione delle soluzioni che permettono di riciclare i materiali di nuova generazione, dalle batterie al litio, ai nuovi accumulatori di energia, ai pannelli solari, e a qualunque altro device che abbia al suo interno elementi pericolosi e dannosi per l'ambiente, qualora non se ne gestisca correttamente lo smaltimento quando hanno esaurito le loro funzionalità".

Il clima è quello che ti aspetti, il tempo è quello che ti prendi

E' lo slogan con cui Daniele Mocio, Tenente Colonnello dell'Aeronautica Militare, esordisce nel suo intervento.

Il compito suo e dei suoi colleghi meteorologi è di capire non già come e perché il clima cambia, bensì prevedere i prevedere i cambiamenti, indipendentemente dalle cause che li determinano.

Ma, in pratica, come avviene la previsione? "Con l'osservazione e poi con l'analisi dei modelli matematici, innanzitutto. Che sarebbe anche un'attività abbastanza pecisa, nel breve e medio termine, se non fosse che poi a mettersi di mezzo ci sia il caos. E via via che il termine della previsione si allunga, le variabili aumentano e perciò azzeccarci diventa sempre più difficile, al punto da riuscire a prevedere soltanto le tendenze.

Anche l'analisi dei campioni dei modelli precedenti funziona sempre meno, perché gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una grande variabilità.

Prendiamo il mese in corso, nel quale l'estate meteorologica è già cominciata (il primo giugno, ndr): negli ultimi anni, le temperature medie di questo mese sono andate via via salendo, ma non in maniera regolare, bensì per ondate di calore".

Osservatorio meteorologico virtuale

A questo punto, la relazione del Tenente Mocio si interrompe e lascia spazio a una dimostrazione sul campo, di come l'abbinata app di realtà virtuale-Focus Cardboard-smartphone possano offrire ai presenti una ricostruzione in augmented reality di un osservatorio meteorologico che porta i visitatori in un viaggio tra le nuvole, tra satelliti metero, alta e bassa atmosfera e correnti oceaniche.

Dal temporale al tornado

Conclusa la sua porzione di insegnamento hi-tech, Mocio torna a vestire i panni del meteorologo e si dedica ad approfondire la seconda parte del suo intervento, quella più legata al territorio veneto che ospita l'evento e che mira a spiegare come i temporali sulla Pianura Veneta, negli ultimi anni siano diventati fenomeni estremi sfociati di frequente in trombe d'aria e tornado.

"Qual è l'evento che negli ultimi anni si è manifestato negli ultimi anni al nord?", domanda il Tenente Colonnello.

"Bombe d'acqua, trombe d'aria, nubifragi, assenza di nebbia" risponde il pubblico".

"Tutto vero - annuisce Mocio - ma a far la differenza in tutto ciò, sono le cause, che sono molteplici, e che derivano dalla combinazione di numerosi fattori, tra cui le differenze di pressione atmosferica, i venti, le correnti, la temperatura dell'acqua del mare e delle masse d'aria, la presenza di nubi (cumulonembi soprattutto). E sullo sfondo di tutto, la loro convergenza".

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Silvia Morara
Padova, 10 giugno 2016, l'incontro “Processo ai cambiamenti climatici e alle previsioni del tempo"

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Luciano Lombardi