Cambiamenti climatici troppo veloci per la nostra Terra - FOTO e VIDEO

Il rapido innalzamento della temperatura ha animato il dibattito tra gli ospiti di Focus nell'incontro di Panorama d'Italia

Le stagioni non sono più quelle di una volta, è il ritornello degli ultimi decenni. E in effetti la temperatura media è cambiata: in poco più di 100 anni è cresciuta di un grado e mezzo. Previsioni, cambiamenti climatici, ambiente sono stati i temi, seguitissimi, affrontati dagli ospiti di Focus nel secondo evento scientifico di Panorama d’Italia a Cagliari.

Le allerte meteo, tra disastri e falsi allarmi

“I cambiamenti climatici sono sempre esistiti - dice subito Ilaria Baneschi, ricercatrice di geochimica ambientale e paleoclimatologia di IGG-Cnr. "Strumentalmente possiamo fare confronti fino alla metà dell’ottocento”. Il primo decennio del XXI secolo è stato il più caldo. In particolare, la temperatura media nel periodo 1880-2012 è aumentata di 0,85 gradi centigradi. Ma quello che accade adesso “è un’accelerazione dell’aumento della temperatura. In passato per arrivare a differenze anche di 4 gradi ci sono voluti 500, 600 anni, ora succede in pochi anni. È questo il problema”.

Studiare il passato

Più in generale, sottolinea Ilaria Baneschi, gli ecosistemi difficilmente riusciranno a sopportare un aumento di 2-3 gradi centigradi a livello globale. Il limite che si sono posti gli organismi internazionali non è così generoso, interviene il direttore di Focus, Jacopo Loredan, “e velocemente, troppo velocemente, si sta raggiungendo questo traguardo negativo”.
Lo studio del passato è fondamentale per capire cosa accadrà nel futuro: “noi studiamo la terra in profondità - racconta la ricercatrice del Cnr - prelevando il fango presente a 800 metri oppure sezionando stalagmiti all’interno delle quali ci sono una serie di foglietti che corrispondono a una stagione. Ci raccontano la storia del clima da quando è nata la terra”.
Ma, chiede il direttore di Focus, dove stiamo andando? “C’è una grande incertezza. Molto dipende da come si comporterà l’uomo. Di sicuro la ricerca non si deve fermare”.

L'uomo fa la differenza
L’azione dell’uomo, dunque, può fare la differenza. “È indispensabile innescare un circuito virtuoso e il riciclo dei rifiuti è un passaggio fondamentale - sottolinea Luigi De Rocchi, responsabile Studi e Ricerche di Cobat, il Consorzio nazionale raccolta e riciclo - Oggi i beni vanno prodotti pensando, nella progettazione, al loro riutilizzo. Questa è l’economia circolare, ovvero un modello intrinseco che la rende molto più ecocompatibile. Oggi per fortuna c’è una attenzione maggiore alle tematiche ambientali rispetto al passato”.
E così è anche per la meteorologia dove “quello che conta è l’esperienza - dice convinto Daniele Mocio, Tenente Colonnello dell’aeronautica militare - i modelli di riferimento non contengono tutti i dati, ma vengono inserite delle medie e quindi il margine di errore, se ci si dovesse affidare totalmente al modello, è alto”. Bisogna conoscere il territorio, innanzitutto, perché l’orografia modifica l’impatto degli eventi climatici: “il maestrale, per esempio, alle bocche di Bonifacio non è lo stesso di quello che arriva a Cagliari”. Fate attenzione, conclude il Tenente Colonnello, ai “cattivi” maestri: “non vi affidate troppo alle previsioni a lungo termine, cercate sempre fonti affidabili per conoscere il tempo che verrà”.

Silvia Morara
“Processo ai cambiamenti climatici e alle previsioni del tempo", l'incontro di Focus per Panorama d'Italia a Cagliari: Daniele Mocio (Tenente Colonnello dell’Aeronautica Militare)

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Chiara Raiola