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Silvia Morara
Panorama D'Italia

La via siciliana verso le startup

L'isola è la seconda regione d'Italia per numero di imprese innovative. Ecco tre esempi di eccellenze - FOTO e VIDEO

Fare startup in Sicilia si può. E anche con successo. Il dibattito moderato da Barbara Carfagna, giornalista del Tg1 A Palazzo Mazzarino, sede Università Telematica Pegaso, ha testimoniato che l’isola ha ormai un ruolo consolidato nel settore. "Come numero di startup la Sicilia è l’ottava in Italia e la seconda nel Mezzogiorno" spiega Giuseppe Ravasi, manager del Cloud ecosystem development di Ibm Italia: "E sono aziende che fanno sistema e hanno successo in tutti i settori imprenditoriali più importanti". Un ottimismo confermato da Domenico Pontrandolfo, responsabile di Unimercatorum università telematica: "Il Sud riuscirà a risollevarsi: ha tante risorse, che la digitalizzazione e le start up riusciranno a valorizzare".  

Le storie degli imprenditori che hanno partecipato al convegno testimoniano questo clima di fiducia. Ugo Parodi Giusino è il fondatore e il ceo di Mosaicoon, che si occupa di marketing virale. La sua zienda è un’eccellenza assoluta. Non a caso è stata ribattezzata la "Google siciliana". Nata nel 2010, finanziata con i venture capital, adesso impiega circa 100 persone, che lavorano in una nuovissima sede appena inaugurata a Isola delle Femmine, a pochi chilometri da Palermo.

Dalla creatività del palermitano Domenico Schillaci è nata invece Push, un laboratorio di creatività tecnologica: "Un insieme di professionisti che sviluppa progetti di impatto sociale, che risolvano i problemi dei cittadini palermitano. Ci focalizziamo su idee innovative e facili da realizzare".

Un’altra realtà innovativa che testimonia il genio siciliano è ScappaTopo, una startup nata dalla fobia di Carla Delfino, siracusana doc, nei confronti dei roditori. La società produce un biorepellente organico che non uccide i topi, ma li tiene lontani da persone e animali. "Siamo stati la prima azienda italiana a prendere il premio Cartier, dedicato alle imprenditrici innovative. Se tutto il mondo usasse ScappaTopo risolveremmo il problema causato dai roditori".

 

 

La videointervista a Carla Delfino

Di tutt’altro si occupa invece Adriana Santanocito, fondatrice di Orange Fiber, che produce e vende tessuti, simili alla seta al tatto, nati dagli scarti degli agrumi: "Io e le mia socia abbiamo studiato a Milano, ma volevamo fare qualcosa per la nostra Sicilia. Siamo tornate a casa e abbiamo fondato nel 2014 la società, grazie a finanziamenti pubblici e privati". Orange Fiber unisce due eccellenze italiane: il tessile e gli agrumi. Anche per questo ha fatto incetta di premi e riconoscimenti nel mondo.

All’incontro hanno partecipato anche grandi manager ed esperti del settore. Come Luca Seletto, External startup initiatives Enel, che ha spiegato come la sua multinazionale "voglia offrire la nostra esperienza per creare partnership con alcune imprese innovative". Anche Fernando Napolitano, presidente e ceo di Italian business & investment initiative, lavora per favorire gli investimenti delle pmi italiane negli Stati Uniti: "Lavoriamo perché i talenti italiani possano imparare a fare impresa studiando e lavorando nelle migliori imprese della Silicon Valley". E Domenico Arcuri, ad di Invitalia, aggiunge: "Le nuove generazioni fanno prima a inventare un lavoro che a trovarlo. E quindi devono darsi da fare per creare la propria startup. L’Italia, del resto, è da sempre un paese di piccole imprese".

La videointervista a Giuseppe Ravasi

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Silvia Morara
Palazzo Mazzarino a Palermo, sede dell'Università Telematica Pegaso e del dibattito "Fare start up in Sicilia si può" - 18 novembre 2015

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