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Silvia Morara

A Modena fare start-up è più semplice

Il territorio emiliano è un sistema integrato: idee, soldi, conoscenze, tecnologia. Ecco quattro storie di successo - FOTO e VIDEO

A Modena è quasi scontato fare start up. Il territorio è talmente fertile che quasi il 12% delle aziende innovative italiane nasce in Emilia. Lo hanno confermato i nuovi imprenditori che hanno portato la loro testimonianza al convegno “Fare start up in Emilia si può” durante la tappa modenese del tour di Panorama d’Italia.

Il successo di questa città è legato all'esistenza di un vero e proprio sistema integrato. “Qui c’è un ecosistema unico: idee, soldi, conoscenza e tecnologia” ha detto Giuseppe Ravasi, manager of cloud ecosystem development di Ibm Italia. “E Ibm può aiutare mettendo a disposizione la sua tecnologia gratuitamente e favorire l’incontro con investitori specializzati”.

La videointervista a Giuseppe Ravasi

Una missione anche per Enel. “Noi vogliamo scommettere sugli imprenditori di domani” ha detto Luciano Tommasi, responsabile new ventures iniatives di Enel. “Nel nostro gruppo abbiamo tante diverse modalità di collaborazione con le start up senza finalità di lucro, perché facciamo industria non finanza”.

Durante l'incontro abbiamo avuto la possibilità di conoscere quattro storie di start-up di successo. Come Mary Franzese di Neuronguard, che sta brevettando un collare refrigerante per chi subisce traumi e ictus. “Abbiamo scelto Modena per la sua vicinanza con il distretto biomedicale di Mirandola e perché la Regione ci aiuta finanziariamente. Finora abbiamo messo soldi nostri, ma oggi stiamo cercando di chiudere un round di finanziamento da 2,5 milioni di euro” ha detto Franzese.

Corre già con le sue gambe invece Giacomo Grandi di Jdentalcare di Modena, un’azienda innovativa nata nel 2006 e che si occupa di implantologia dentale. “All’inizio è stato difficile, ma nel 2008 a una fiera abbiamo incontrato un distributore spagnolo che ha creduto in noi. Ora vendiamo in 15 paesi del mondo, abbiamo 15 dipendenti e insegnamo ai dentisti a usare i nostri prodotti” ha raccontato Grandi.

La geolocalizzazione è il fiore all’occhiello di un’altra start up modenese, la Lapsy. “Noi lavoriamo nel mondo della logistica, ma anche del commercio e del controllo degli accessi: ogni tornello di Expo utilizza la nostra tecnologia” ha spiegato Marco Malaguti, ideatore di Lapsy.

Ha avuto un finanziamento da un milione di euro da Invitalia, invece, Igor Spinella per la sua Eggtronic azienda che studia sistemi per la connessione e il caricamento multiplo di apparati elettronici. “Abbiamo ricevuto altri 2 milioni di euro da investitori privati e il nostro obiettivo è quello di eliminare i fili dalla nostra vita di tutti i giorni risparmiando tanta energia” ha sottolineato Spinella.

La videointervista a Luciano Tommasi

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Silvia Morara
Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti, Palazzo Coccapani d’Aragona - Dibattito: “Fare start up in Emilia può”. Con Fernando Napolitano (via Skype da New York – presidente e ceo IB&II), Giuseppe Ravasi (manager of Cloud Ecosystem Development, IBM Italia), Luciano Tommasi (Responsabile New Ventures Initiatives Enel) Case History: Mary Franzese (Neuronguard), Giacomo Grandi (Jdentalcare), Marco Malaguti (Lapsy), Igor Spinella (Eggtronic)

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Mikol Belluzzi