L'Irisina batte l'osteoporosi
Alberto Bevilacqua

L'Irisina batte l'osteoporosi

Dagli studi dell'università di Bari nascerà presto un farmaco che potrà cambiare la vita degli anziani

Irisina è la molecola scoperta tre anni fa da un’equipe di Harvard che trasforma il grasso bianco nel più salutare grasso bruno grazie all’attività dei muscoli durante lo sport. Si deve però a Maria Grano, dell’università di Bari, la rivelazione del suo ruolo primario: l’aumento di massa e resistenza ossea. Lo studio dell’istologa che nella foto nel suo ufficio sorride accanto a Rita Levi Montalcini, pubblicato il 15 settembre scorso su Pnas, il giornale ufficiale delle scienze americane, dopo tre anni di sperimentazione sulle cavie, è stato appena ripreso da Nature endocrinology review.
«Nel 2012, con la mia equipe di ricercatori precari e il contributo di un’equipe di Oslo, una del Mount Sinai e soprattutto di Saverio Cinti dell’università di Ancona che aveva partecipato alla ricerca di Harvard, abbiamo rilevato che una concentrazione di Irisina molto più bassa rispetto a quella del “bruciagrassi” fortifica le ossa» racconta la docente «e che il suo ruolo principale non è quindi sul grasso ma sullo scheletro».

Una ricerca che punta a cambiare la vita degli anziani e dei malati (l’osteoporosi affligge 4 milioni di persone in Italia) che impossibilitati a muoversi non producono naturalmente la molecola. Potranno farlo però con un farmaco che mimerà l’attività fisica: « Gli studi su modelli animali di osteoporosi sono promettenti» spiega Grano «ora devono essere confermati sull’uomo e quindi si potrà procedere alla produzione del farmaco».

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