I parlamentari a messa da Papa Francesco (che li castiga)
ANSA/ FABIO FRUSTACI
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I parlamentari a messa da Papa Francesco (che li castiga)

Alle 7 gli onorevoli in Vaticano senza eccessi; Francesco ha voluto una cerimonia semplice e nell'omelia ha tuonato contro "l'ipocrisia e la corruzione delle classi dirigenti, lontane dal popolo"

Alzataccia all'alba sotto la pioggia per gli oltre 500 parlamentari e i loro parenti che stamattina alle 7 erano all'altare della cattedra nella Basilica di san Pietro per la Messa con Papa Francesco. Ma chi sperava nella photo opportunity con il pontefice e' rimasto deluso: cerimoniale molto sobrio, nessun saluto ufficiale, gli unici a stringere la mano al Santo Padre al termine della celebrazione, sono stati il presidente del Senato Pietro Grasso, la presidente della Camera, Laura Boldrini, in sedia rotelle dopo una brutta caduta sugli sci, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Del Rio.

Sguardi assonnati. Più impegnati a twittare e fotografre con gli smartphone che a raccogliersi in preghiera, giunti in basilica i parlamentari hanno trovato un cestino per la raccolta di offerte per il Papa. Qualcuno metteva volentieri mano al portafoglio, diversi quelli che tiravano dritto facendo finta di nulla. Come se non bastasse arrivati all'altare della cattedra hanno scoperto che i posti non bastavano per tutti e molti sono rimasti in piedi.

Nell'omelia le parole del Papa sono state sferzanti contro "l'ipocrisia e la corruzione delle "classi dirigenti". Il Santo Padre infatti, prendendo spunto dal Vangelo di oggi, ha portato l'esempio dei farisei e dei dottori della legge: "Gesu' parla con autorita', diversamente dalla classe dirigenziale che si era allontanata dal popolo: chiusa nel suo gruppo, nel suo partito, nelle sue lotte intestine, aveva abbandonato il gregge". Quindi il pontefice ha puntato il dito contro la corruzione: "Tutti qui siamo peccatori, ma questi erano più che peccatori. Il cuore di questo gruppo col tempo si era così indurito che era impossibile sentire la voce del Signore. E da peccatori sono diventati corrotti. E' tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro". non bisogna mai scambiare, ha concluso il Papa, "la dialettica della libertà con la logica della necessità, dove non c'è posto per Dio", dove si impone solo il "si deve fare". I farisei così erano diventati "uomini di buone maniere ma di cattive abitudini, sepolcri imbiancati".

Positivi i commenti dei parlamentari al termine della cerimonia, ma un po' di delusione per un cerimoniale molto sobrio. In tutto onorevoli e senatori erano 492, più 23 ex parlamentari e 3 parlamentari europei. 9 i ministri, assente il premier Matteo Renzi che non è parlamentare. Per Renato Schifani "il Papa ha puntato il dito sui temi che gli stanno più a cuore". Per Ernesto Preziosi "la stessa semplicità del cerimoniale è stato un messaggio più forte ancora delle parole". Del Rio ha apprezzato soprattutto il passaggio sulla "dialettica della libertà", così come Gaetano Quagliariello ha sottolineato le implicazioni della denuncia della "logica della necessità" che inquina anche la vita politica. La presidente Boldrini, dopo aver salutato il pontefice ha riferito un clima di grande cordialità con Bergoglio. 

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Ignazio Ingrao

Giornalista e vaticanista di Panorama, sono stato caporedattore dell’agenzia stampa Sir e diretto il bimestrale Coscienza. Sono conduttore e autore della trasmissione A Sua Immagine su RaiUno

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