Un altro naufragio a largo di Rodi
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Un altro naufragio a largo di Rodi

Un'imbarcazione con 200 migranti a bordo è affondata nella zona sudorientale del Mar Egeo: almeno tre i morti, tra cui un bambino

È di almeno tre morti (una donna, un bambino, un uomo) il bilancio del naufragio di un'imbarcazione carica di migranti avvenuto stamattina al largo dell'isola greca di Rodi, nell'arcipelago del Dodecaneso. Finora sono state salvate 80 persone, di cui 57 sono state trasportate in un commissariato e 23 sono state portate in ospedale. L'incidente è avvenuto intorno alle 9 ora italiana, a largo della spiaggia di Zephyros di fronte alla quale il barcone ha cominciato ad inabissarsi dopo aver urtato contro uno scoglio. I migranti hanno cominciato a dirigersi a nuoto verso terra sotto gli occhi sbigottiti di residenti e turisti accorsi sul posto.

Al momento non si conosce il numero esatto delle persone che viaggiavano a bordo dell'imbarcazione affondata né le loro nazionalità, ma secondo le prime informazioni erano circa 200, molti dei quali siriani. Nelle ultime settimane è aumentato in modo consistente il numero dei migranti che arrivano in Grecia, che è una delle principali porte di ingresso nell'Unione europea.

Si stima che in media ogni giorno arrivano 100 persone: secondo i dati della guardia costiera greca, solo venerdì scorso le isole del Mar Egeo hanno accolto 141 migranti e rifugiati. Nel primo trimestre del 2015 la Grecia ha accolto in totale 10.445 migranti senza documenti via mare, mentre nello stesso periodo del 2014 erano arrivate 2.863 persone.


Naufragio a Rodi: lo sbarco dei migranti

Il governo greco ha annunciato un piano di emergenza che prevede il trasferimento dei migranti arrivati di recente dalle isole a tutto il resto del Paese, dal momento che le isole non dispongono delle infrastrutture necessarie e si creano situazioni di affollamento. L'esecutivo ha in programma di noleggiare delle imbarcazioni per potere trasportare gli immigrati, ragion per cui ha chiesto un finanziamento all'Ue. Atene ha inoltre assicurato che, se necessario, come ultima possibilità si utilizzeranno sedi abbandonate del governo e dell'esercito per l'accoglienza. In più occasioni la Grecia ha chiesto l'appoggio ai partner europei per gestire il flusso di persone che arrivano dal mare sulle sue coste.


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