Unioni civili, perché non si faranno prima del 2015
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Unioni civili, perché non si faranno prima del 2015

Prima le riforme e la finanziaria per le quali servono il consenso di Ncd che è invece contrario al modello tedesco per le civil partnership

La discussione sulle unioni civili è rimandata a dopo Natale. Dopo un week end in cui ha fatto molto discuotere la proposta di Francesca Pascale alla chiusura del Gay Village, di aprire un dipartimento Diritti all'interno di Forza Italia, a Palazzo Madama il testo in discussione da mesi (testo Cirinnà) per introdurre in Italia un modello simile alle "civil partnership" tedesche rischia lo stop nonostante sia alle battute finale. Il motivo? Sulla strada delle unioni civili c'è la legge finanziaria che va approvata prima di fine anno e per la quale serve il consenso del Nuovo Centro Destra che, in difesa della famiglia tradizionale, è invece contrario a qualunque forma di regolamentazione per le unioni omosessuali.

La paura del Pd è che sulla strada delle riforme si possa frapporre qualche questione di tipo ideologico, tanto che il Premier Matteo Renzi alla trasmissione "Che tempo che fa" ha ribadito: "dopo le riforme faremo civil partnership e ius soli". Temi sui quali il dibattito si surriscalda sempre molto, e allora è meglio rimandare di qualche mese.

Ma cosa prevede questo modello tedesco in discussione al Senato e che non piace neanche un po' al Nuovo Centro Destra?

Prima di tutto che le coppie di fatto, eterosessuali e omosessuali, potranno andare presso il comune di appartenenza e registrare la propria unione alla presenza di due testimoni, a patto che non siano già sposate o non abbiano matrimoni precedenti ancora in essere. I requisiti per la registrazione sono gli stessi che si chiedono a due persone che chiedono di contrarre un normale matrimonio.

Sulla civil partnership la legge all'art. 2 si preoccupa di disciplinare una serie di punti relativi alla vita della coppia, specificando però l'assenza di diritto all'adozione per i figli. Nello specifico, due persone che si uniscono civilmente acquisiscono una serie di diritti pari alle coppie eterosessuali sposate. Il partner prende il cognome del coniuge e l'unione civile si scioglie se una delle parti o entrambe decidono di unirsi in matrimonio.

La coppia al momento della stipula può optare per il regime patrimoniale (comunione o separazione dei beni) che rimane modificabile per tutta la durata del rapporto; può stabilire se in caso di morte di uno dei contraenti, dopo tre anni dalla stipula del contratto, spetti al superstite una quota di eredità e la successione nel contratto di locazione.

Alle parti del patto di convivenza sono estesi tutti i diritti e doveri spettanti al coniuge relativi all'assistenza sanitaria e penitenziaria. Si legge: "Tutte le decisioni relative allo stato di salute e in generale di carattere sanitario, ivi comprese quelle concernenti la donazione degli organi, il trattamento del corpo e i funerali, sono adottate dal convivente".

Questo ultimo punto, risponde ad una delle istanze più forti della comunità Lgbt che da sempre chiede di poter essere ammessa all'assistenza dei propri cari nei momenti più delicati, come quelli della malattia e come succede in tutte le famiglie considerate "normali".

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Sara Dellabella