Berlusconi rinsalda il pdl e rilancia
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Berlusconi rinsalda il pdl e rilancia

Nel vertice con i suoi parlamentari il Cavaliere ha fermato gli "scissionisti" e dato i 7 giorni al governo - Governo Letta: cade o non cade? -

“Dissensi rientrati, si va avanti”, dice a Panorama.it, il senatore Francesco Nitto Palma, presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama. Ma intende dire “avanti” verso la crisi di governo. 

Tutti zitti, e con volti terrei, i ministri dissidenti, compreso il vicepremier “diversamente berlusconiano”, come lui stesso si è definito, Angelino Alfano, titolare dell’Interno. Nella sala della Regina a Montecitorio, dalle cinque della sera fino alle 19, parla solo il Cavaliere. Tenta di intervenire Fabrizio Cicchitto, che aveva lamentato e ribadisce ai giornalisti, la mancanza di una discussione negli organi dirigenti sulla scelta così rilevante di staccare la spina al governo. Ma Berlusconi lo liquida con uno: “No, ora chiudiamo, se vuoi Fabrizio ne parliamo a cena”.

Per cinque volte l’ex premier redarguisce “dissidenti” o ex dissidenti: “I panni sporchi si lavano in famiglia”. E per altrettante volte ribadisce che lui quella decisione di mandare a casa le larghe intese l’ha presa “da solo”. Quindi, falsa l’immagine cucitagli addosso di un nuovo cerchio magico capeggiato dalla falca-pitonessa Daniela Santanché che lo avrebbe subornato. E per Berlusconi anche “offensiva”, dice un parlamentare Pdl, amico di lunga data del Capo: “Lui è uno che ascolta tutti, manda avanti tutti. Ha rispetto di tutti e poi decide da solo. Punto e basta”.

Dunque, Berlusconi (“Non sono né falco né colomba”) ha deciso: “Questa esperienza di governo è finita”. Ma prima di andare al voto, “per senso di responsabilità, noi diamo sette giorni al governo per impedire l’aumento dell’Iva, risolvere il problema della seconda rata Imu e fare la riforma e varare una legge di stabilità, che però avrà il nostro assenso solo se  non sarà infarcita di ulteriori vessazioni fiscali”.

Questo il Cavaliere avrebbe detto, stando al racconto dei presenti. C’è chi ci legge una “frenata”, come Maurizio Gasparri, per dare un’ulteriore chance al governo sfidato a dimostrare davanti agli italiani il proprio senso di responsabilità. Cè chi dice che Berlusconi avrebbe letto gli ultimi sondaggi non esattamente brillantissimi per il Pdl.

Ma il coro che viene dal Pdl, dai parlamentari sia falchio che colombe (le cui dimissioni sono state respinte da Berlusconi) è che ormai questo “non è più il governo Letta-Alfano, ma il governo Letta-Letta, rispetto al quale noi siamo all’opposizione”. “Noi d’ora in poi daremo solo voti di servizio per il bene del paese”, spiega a Panorama.it, la deputata Deborah Bergamini.

E un altro deputato pdl sotto anonimato: “L’obiettivo è la finestra elettorale del 24 novembre”. Il senatore Augusto Minzolini: “Frenata o non frenata, già si respira clima da campagna elettorale. E il voto lo vuole anche e soprattutto il Pd per sistemare le sue cose”.

Significativo Massimo D’Alerma  che dice no a governi “raccogliticci” con transfughi dei Cinquestelle e del Pdl (la caccia al Senato è in pieno corso ndr)  e aggiunge che a questo punto meglio andare alle primarie per il candidato premier. Insomma, niente più congresso. “Metodo baffo”, ironizzza  il renziano Ernesto Carbone, Ma anche Epifani ormai parla solo di primarie per il candidato premier e per la prima volta ammette pubblicamente che la sfida può essere tra Matteo Renzi e Enrico Letta. Non dice che lui così intanto resterà segretario del Pd,.

Ora la palla passa a Letta. Chiederà mercoledì 1° ottobre il voto di fiducia? Dopo una giornata di annunci contraddittori da parte del ministro per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini (fiducia no, fiducia sì) logica vorrebbe che Letta, il quale ha ribadito che lui non starà lì a farsi logorare, che non vuole fare “in re travicello” la fiducia la chiederà.

Berlusconi, l’outsider che da vent’anni condiziona la politica italiana, ha deciso di restare e combattere. Assicura un parlamentare di sua stretta fiducia: “Farà politica come Mandela dal carcere, non lo cacceranno così dalla scena”. L’uomo dalle sette vite, l’uomo che ha sfidato fin dal ’94 tutto e tutti, anche i suoi più stretti amici, come Fedele Confalonieri e Gianni Letta che  lo sconsigliarono di scendere in campo, l’uomo che rovesciò la Bicamerale di Massimo D’Alema, il tre volte presidente del Consiglio che ha “costituzionalizzato” la Lega Nord, grazie ovviamente alla genialità di Umberto Bossi e all’intelligenza politica di Roberto Maroni tant’è che l’Italia non ha partiti xenofobi come la Francia e la Germania, l’uomo degli azzardi, sempre vinti, nonostante tante volte gli abbiano dato del “matto”, vincerà anche la sfida più grande, all’apparenza impossibile?

I dissidenti ieri non hanno parlato e c’è chi assicura che mai il ministro Gaetano Quagliariello o Beatrice Lorenzin voteranno contro il Capo in aula. Ma il fermento rimane. E nel mirino c’è la responsabile dell’organizzazione Daniela Santanché. Dice a Panorama.it il deputato pdl di rito craxiano Sergio Pizzzolante: “Anche Bettino Craxi aveva la sua Sanaìtanché: Ugo Intini. Che però ha letto più libri. Intini attaccava ogni giorno i comunisti, ma un giorno se la prese con Giancarlo Pajetta. Bettino alzò il telefono e gli chiese: Perché attacchi Giancarlo?. Pajetta: Ma perché è un comunista”. Craxi: Ricordati che ai vecchi va portato rispetto, non devono essere attaccati. E mise giù”.

Questo significa: “Basta attacchi della Santanché a Napolitano”. Ma Pizzolante dice anche: “Ecco, io sono già morto una volta per Craxi, e ora sono pronto a morire anche per Berlusconi”. E se lo dice anche lui, molto vicino a Fabrizio Cicchitto, e critico con la decisione di staccare la spina....  

Secondo gli ultimi rumors a sera inoltrata, non si esclude che Letta salga dimissionario al Colle, evitando così il voto di fiducia è si avvii un percorso che porti ad un governo del Presidente Napolitano. Alla guida il più gettonato sarebbe il ministro Saccomanni per approvare la legge di stabilità e la nuova modifica del Porcellum

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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