Stefano Esposito ribadisce: "Manganellare i No tav violenti"
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Stefano Esposito ribadisce: "Manganellare i No tav violenti"

Il neomigliorista del Pd, minacciato di morte dai movimentisti: "Epifani non mi ha nemmeno chiamato"

Ha ricevuto una lettera di minacce con una stella a cinque punte. E per questo gli è arrivata la solidarietà bipartisan della politica. Stefano Esposito, senatore quarantenne del Pd, che per le sue battaglie  pro-tav, una volta i miglioristi del Pci avrebbero iscritto d’ufficio alla loro corrente, è diventato di fatto il leader della nuova destra del Pd. Un giorno si scaglia contro i dissidenti della sinistra interna, i cosiddetti “grillini” dei democratici, un altro usa termini da pasdaran nei confronti dei no-tav. Quanto alla lettera di Fausto Bertinotti a Giorgio Napolitano , la liquida così: «Bertinotti ha già fatto troppi danni…».

Senatore Esposito, cominciamo dalle minacce che ha ricevuto. Immagino che tutti le avranno dato la solidarietà…
«Certo, ma il problema è che le battaglie si fanno tutti i giorni non quando capitano episodi di questo genere…».
Anche dal Pdl l’hanno chiamata?
«Certo, di solidarietà dal Pdl mi è arrivata moltissima».
Dal Pd?
«Sì».
L’ha cercata Guglielmo Epifani?
«No. Sarà impegnato... Però mi hanno telefonato dal premier Enrico Letta, al viceministro Stefano Fassina al ministro Andrea Orlando».
È vero che lei preso dall’ impeto contro i no-tav ha detto che andrebbero presi a manganellate?
«Le manganellate giuste sono quelle che la polizia ha dato a quelli che hanno lanciato bombe carta, razzi con mortai artigianali, usato bastoni  e quant’altro. Ecco quelle sono manganellate giuste ai no-tav. Ma secondo questi signori la polizia quando viene attaccata da questi delinquenti cosa dovrebbe fare accarezzarli, offrire dei fiori? Qui siamo alla mistificazione, io questo ho detto e lo ribadisco».
Ecco, ma sul piano politico lei prenderebbe nel senso metaforico a manganellate anche quella parte della base del Pd che è no-tav?
«Io ritengo che le manifestazioni pacifiche, democratiche, di dissenso siano sempre benvenute. La mia battaglia è condotta da sempre e da anni contro i violenti che hanno in questi due anni causato 300 feriti tra le forze dell’ordine. Ed è condotta contro la mistificazione di chi vuole trasformare manifestazioni violente (basta guardare le immagini di tutte le televisioni) in pacifiche manifestazioni di dissenso, da parte mia non si troverà mai una dichiarazione di condanna contro le manifestazioni pacifiche che ci sono state».
Quanto ai dissidenti del Pd in parlamento: come si fa a mantenere la disciplina nel rispetto delle decisioni prese dal gruppo e il diritto al dissenso?
«Il dissenso va espresso nelle sedi di discussioni politica, quindi nel gruppo ci si confronta, ma una volta che si è votata quella scelta tutti devono rispettare la regola che è la regola base della convivenza civile in qualsiasi luogo: quella del rispetto delle decisioni della maggioranza, altrimenti non siamo più un partito democratico. Siamo un partito anarchico. Faccio un esempio: Felice Casson sulla vicenda kazaga è intervenuto nella riunie di gruppo in dissenso, ma poi ha votato come il gruppo».
Esposito lei è il leader dei neomiglioristi ovvero della nuova destra del Pd?
«i miglioristi sono stati una cosa molto seria e io ho il senso dei miei limiti. Quando ero un giovane dirigente della federazione giovanile comunista a Torino, che era piena di ingraiani (l’ala sinistra del Pci), io ero stato etichettato come migliorista e fan di Giorgio Napolitano. Pensi un po’… Ne ero e ne sono orgoglioso, ma vorrei fosse chiaro che non mi ritengo minimamente degno di essere affiancato a Napolitano».
Ha visto che Fausto Bertinotti  ha scritto al capo dello Stato, lamentando un presidenzialismo di fatto?
«Bertinotti di danni già li ha fatti ai suoi tempi, non richiamiamolo in servizio attivo permanente».

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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