"Non possiamo morire del viagra Renzi", minoranza Pd sul piede di guerra
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"Non possiamo morire del viagra Renzi", minoranza Pd sul piede di guerra

A guidare bersaniani, lettiani e veltroniani delusi potrebbe essere Roberto Speranza. Il 28 al teatro Eliseo un convegno dell'opposizione interna a Renzi. Sotto accusa la politica di annunci e la conduzione del partito a colpi di diktat

Tutti a predire la frana di Forza Italia ma intanto nel Pd spirano venti di guerra contro Matteo Renzi. Stavolta a scendere in campo sarebbe proprio il giovane capogruppo alla Camera Roberto Speranza, di nomina bersaniana. Dai modi solitamente misurati, Speranza, (già proposto da Giacomo Portas leader dei Moderati alle primarie come anti-Renzi), ormai sempre più tallonato dal renziano doc Matteo Richetti, che il premier e segretario vorrebbe come nuovo capogruppo, avrebbe sciolto ogni dubbio. E avrebbe quindi accettato l’invito pressante della corrente dei bersaniani e dei lettiani, la più forte delle tre minoranze pd, a prendere le redini dell’anima del partito sempre più scontenta del segretario. Tant’è che la battuta che circola nel Transatlantico di Montecitorio è: “Non possiamo morire del viagra Renzi...”.  

A critiche, malumori, mal di pancia avrebbe fatto da detonatore la lettera, resa pubblica con ritardo, del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan alla Ue di prorogare di un anno pareggio di Bilancio. Una vera doccia gelata sul profluvio di annunci di Renzi e soprattutto nel dibattito parlamentare sul Def. Non a caso Renzi ha dovuto correre ai ripari per mettere le mani avanti da attacchi e distinguo interni.

Questo è il senso della lettera sottoscritta da 170 parlamentari renziani in appoggio del documento di Economia e Finanza. L’iniziativa è stata lanciata da Angelo Rughetti e Matteo Richetti, ma è chiaro che dietro si staglia forte l’ombra del premier, ora alle prese anche con l’opposizione di Forza Italia che se manterrà il patto sulle riforme, sull’economia non farà sconti.

L’alto là di Renzi con quella lettera, che comunque ha sottoscritto un po’ meno della metà dei deputati, ha però scatenato la reazione della minoranza, tra l’altro,  della parte sua più significativa e cospicua. Che anziché intimorirsi, secondo gossip di Transatlantico, con in testa Speranza si è data già appuntamento al teatro Eliseo a Roma il 28 aprile, proprio in piena campagna elettorale per le europee. Attesi tutti di big a cominciare da Pier Luigi Bersani, ma anche lettiani di calibro come Paola De Micheli. A loro si potrebbero saldare a veltroniani delusi da Renzi come Paolo Gentiloni e Roberto Giachetti. Una bella grana per il segretario-premier.    

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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