Reguzzoni: Fermatevi su Bossi, sarebbe la fine della Lega
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Reguzzoni: Fermatevi su Bossi, sarebbe la fine della Lega

L'ex capogruppo ed esponente del cerchio magico contro i maroniani sull'ipotesi di espellere il padre fondatore del Carroccio

«Espellere Umberto Bossi dalla Lega Nord sarebbe come cacciare Gesù Cristo dalla «Chiesa», quella verde, s’intende. Un paradosso!  Sarebbe come rinnegare la nostra storia. Come finirà? Non credo bene per la Lega Nord».

Dopo mesi in cui si era imposto il silenzio più assoluto, torna a parlare Marco Reguzzoni, ex capogruppo del Carroccio alla Camera, defenestrato da Roberto Maroni. «Regu», come lo chiamano in Lega, la cui ruggine con il segretario del partito e presidente della Lombardia è di antica data, è stato anche il più giovane presidente di provincia, a 31 anni, a Varese. Fu poi superato da Matteo Renzi, insediatosi alla provincia di Firenze a 29 anni.

Uomo che gode ancora di vasto consenso sul territorio (fu eletto al secondo mandato alla Provincia  con il 70 per cento dei voti), l’ex capogruppo del Carroccio, ritenuto dai maroniani anche il capo del cosiddetto cerchio magico bossiano (definizione da lui sempre rifiutata: «Il cerchio non è mai esistito»), è tornato a  fare l’imprenditore a tempo pieno. Ma ora, di fronte al riesplodere virulento della guerra della Lega, anche in seguito alla disfatta elettorale, difende, in questa intervista a Panorama.it, il Senatùr a spada tratta. Ma riconosce: «Anche noi di errori ne abbiamo fatti».

On. Reguzzoni, siamo al redde-rationem, anzi all’inimmaginabile, c’è chi chiede l’espulsione del padre fondatore dalla Lega. Che cos’è: la cacciata  di Gesù Cristo dalla «chiesa verde»?
«Esatto, proprio così. È una cosa assurda. È una situazione molto triste e molto brutta.  Anche solo pensare a un provvedimento del genere nei confronti del fondatore della Lega, sarebbe come rinnegare la nostra storia».
L’emiliano Fabio Rainieri ha pronunciato la parola bomba: espulsione,  Flavio Tosi ha invocato un pensionamento forzato di Biossi, Maroni ha minacciato che sarà più cattivo…Come finirà questo  Ok Korral?
«Davvero non lo so, non ne ho la più pallida idea…».

Bossi secondo lei però qualche errore lo ha fatto?
«Per arrivare a questo punto, sicuramente ognuno di noi ha commesso degli errori, credo che però nessuno possa chiamarsi fuori».
Giudica troppo dura quell’accusa di tradimento fatta da Bossi a Maroni?
«Io sono l’ultimo che può giudicare…Comunque, quando Bossi faceva il segretario e io il capogruppo, la Lega aveva una percentuale molto alta. Qualcuno si lamentava e diceva che avremmo potuto ottenere di più.  Eravamo nel 2011  e avevamo il  12 per cento. Era un altro mondo obiettivamente».
La caduta rovinosa di Treviso ora è sotto gli occhi di tutti. Solo tre anni fa lì Luca Zaia stracciò il  contendente alla Regione con il 66 per cento dei voti. È sicuro però che sia tutta colpa di Maroni?
«Ripeto, sia per quanto riguarda domanda sugli errori di Bossi sia su quelli di Maroni non sono in grado di giudicare, sono i dirigenti della Lega che devono dire la loro. Io ero e resto leghista, ma non sono più un dirigente…Sicuramente errori sono stati fatti da tutti. Io mi sono ritirato a vita privata, perché penso qualcosa di più e di peggiore e cioè che ci sono ormai poche possibilità di cambiare questo Paese, che era ed è l’obiettivo della Lega . E credo che alla fine l’elettorato sia un po’ disorientato…».

Se Bossi ci è andato giù duro, Maroni non aveva fatto altrettanto con lui?
«Sicuramente spiace quello che sta succedendo. È un momento anche  per me di grande tristezza».
Quanto ha pesato, anche nella disfatta di Treviso, la linea dura e pura e delle espulsioni massicce di Tosi?
«Mi sembra che sicuramente abbia inciso. Perché in Veneto non stiamo parlando di piccole quantità di voti persi per strada, stiamo parlando di perdite massicce… Mi aspettavo sinceramente un qualche mea culpa in più, ma tanto hanno sempre ragione loro…».
È finita con l’espulsione degli elettori?
«Infatti, è finita proprio così».

Come finirà la guerra della Lega?
«Spero bene, ma credo male
La deflagrazione del Carroccio?
«Non lo so, ma così non si va da nessuna parte».
Che consigli si sente di dare a Bossi e a Maroni?
«Loro sono più in gamba di me e io francamente consigli a loro non li potrei dare».
Ha qualcosa da recriminare per le  sue «forzate» dimissioni  da capogruppo?
«Io ho fatto il mio dovere, quando i geni della politica hanno detto a me che io non capivo niente di politica e  che sapevano loro dove bisognava  andare, mi sono ritirato in buon ordine. E i risultati ora sono sotto gli occhi di tutti. Ma io non faccio polemiche: era e resto leghista, sono nato con la Lega, aspetto che ora loro diano lumi su dove andare
E se la strada portasse all’espulsione di Bossi?
«Mi auguro che non ci si arrivi, perché sarebbe assurdo  far fuori Bossi dalla Lega. E poi da parte di chi, dell’ultimo arrivato?».
Lei è stato sempre additato come il capo del cosiddetto, tanto vituperato, cerchio magico, Che cosa ha da dire a tal proposito?
«È tanto tempo che non sento e non vedo Bossi. Ma questa storia del cerchio è tutta una una balla. In tutte le intercettazioni  (sul caso Belsito ndr) il mio nome non compare nemmeno una volta. Qualcuno in questa storia ci ha giocato e si è anche costruito il suo percorso di carriera».

Chi?
«Qualcuno lo ha fatto in buonafede, altri in malafede… Nomi non ne faccio, sarà la storia a giudicare».
Nella guerra della Lega arrivavano anche le querele come a Paola Goisis per diffamazione del Carroccio. Che ne pensa?
«Queste vicende sono abbastanza stucchevoli e non voglio commentarle».
Marco Reguzzoni quindi era e resta leghista?
«Ero e resta leghista, certo. E sono assolutamente sconcertato e amareggiato per quello che sta succedendo. E quindi dai dirigenti della Lega venisse fuori un progetto politco, non l’espulsione di Bossi».
Sarebbe la fine della Lega la cacciata del Senatùr?
«La fine della Lega avverrà quando non ci saranno più voti.Però se andiamo avanti così ci arriviamo».

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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