Il Pdl sale al Quirinale
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Il Pdl sale al Quirinale

Nessuna richiesta di grazia a Berlusconi ma solo quella di lasciar far politica al leader del Pdl. Napolitano valuta (e risponderà a settembre)

Un segno di attenzione politica da parte del capo dello Stato nei confronti di Silvio Berlusconi e del Pdl. Così, a sera, viene commentata da esegeti del Colle quella nota attribuita a fonti del Quirinale, che recita: “Il presidente Napolitano valuta con attenzione tutte le questioni prospettate”.

Ovvero quanto gli è stato detto ieri mattina in novanta minuti di colloquio dai capigruppo Renato Brunetta e Renato Schifani. Un incontro durato novanta minuti e al quale ha fatto seguito un lungo vertice a Palazzo Grazioli con lo stesso Berlusconi. Subito dopo la nota di fonti del Quirinale, nel Palazzo della politica hanno preso a girare le interpretazioni più disparate, prima tra tutte l’ipotesi della grazia. Ma non sembra si tratti di questo.

Brunetta e Schifani avrebbero (il condizionale è d’obbligo, perché hanno mantenuto la consegna del silenzio e facce da sfingi avevano quando sono tornati da Berlusconi) soprattutto posto l’accento sull’ agibilità politica di Berlusconi, leader che resta e non molla (come ha annunciato alla manifestazione di domenica 4 agosto), una volta che per lui scatterà l’esecuzione della condanna agli arresti domiciliari o ai servizi sociali, ipotesi quest’ultima però finora nettamente scartata dall’interessato.

Sembra che Napolitano abbia apprezzato la rassicurazione data sulla tenuta del governo da Berlusconi di fronte al suo popolo. Ma nessuno al momento può sapere quale potrebbe essere, se ci sarà,  l’agilità politica del presidente del Pdl e ex premier, chiesta da Brunetta e Schifani, una volta che scatterà l’espiazione della pena. E nessuno può prevedere le mosse di Napolitano, che si sarebbe limitato soprattutto ad ascoltare.

Una cosa è certa: ieri il capo dello Stato è stato preso di mira dal Movimento 5 stelle, per aver parlato nella sera della condanna choc di Berlusconi di riforma della giustizia e per aver evidentemente incontrato per 90 minuti Brunetta e Schifani.  I vertici del Pd sono rimasti zitti, ha parlato a difesa del presidente qualche parlamentare. E ieri sera ha varcato la soglia del Colle, il senatore pd Massimo Mucchetti, ovvero il resentatore di una norma in base alla quale basta essere intestatari di concessioni pubbliche per non essere eleggibili. E la norma affiderebbe all'interessato un anno per deciodere se vendere le aziende o rendersi eleggibile.

Mucchetti e il Pd allora smentirono che si trattasse di una norma ad hoc per Berlusconi. Un po’ più difficile sostenerlo ora. L’unica certezza è che bisognerà aspettare almeno settembre per sapere come finirà.

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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