Legge elettorale: a breve l'incontro Renzi-Berlusconi?
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Legge elettorale: a breve l'incontro Renzi-Berlusconi?

Secondo indiscrezioni dal Transatlantico, prende quota il ritorno (rivisitato) al Matterullum. Si parla di un faccia a faccia in queste ore tra il sindaco e Denis Verdini

Incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi a ore? Questo farebbe pensare l’indiscrezione, diffusasi nel pomeriggio di martedì 14 gennaio nel Transatlantico di Montecitorio secondo la quale nelle stesse ore Renzi starebbe incontrando il plenipotenziario azzurro sulla legge elettorale Denis Verdini. Se l’indiscrezione molto insistente troverà conferma vuol dire che l’incontro tra il segretario del Pd e il Cavaliere ormai non è più lontano. Le motivazioni con le quali la Consulta ha bocciato il Porcerllum, rendendo possibili di fatto i tre modelli elettorali proposti dal sindaco di Firenze, azionista di maggioranza del governo, hanno di fatto aperto ora un’autostrada per la riforma elettorale.

Sembra però che il modello spagnolo, il più bipolarizzante e il penalizzante per il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, una vera mina sotto l’esecutivo di Enrico Letta, alla fine potrtebbbe cedere il passo al Mattarellum riveduto e corretto che a pensarci bene, come spiega un parlamentare del centrosinistra, esperto di meccanismi elettorali, penalizzerebbe Alfano ma fino a  un certo punto. C’è poi, tra le soluzioni proposte da Renzi, il modello di coalizione a doppio turno sullo  schema dell’elezione dei sindaci: questo è il modello più gradito al Nuovo Centrodestra. Perché, appunto, il doppio turno gli sarebbe maggiore potere negoziale. Ma anche con il Mattarellum Ncd lo potrebbe avere.

Ecco perchè: nei collegi uninominali se Alfano non fa un patto di desistenza con il cav è chiaro che rischia di scomparire, ma spiega il parlamentare esperto di meccanismi elettorali, “l’arma è a doppio taglio perché Berlusconi da solo senza Alfano potrebbe perdere e quindi in questo modo per il Nuovo centrodestra non sarebbe esattamente un ritorno a Canossa, in ginocchio”. Staremo a vedere, quel che è certo è che la Lega Nord sarebbe l’unico piccolo partito a non rischiare nulla anche con il modello spagnolo, che premia le formazioni a concentrazione territoriale. Ma Renzi davvero vuole subito mettere questa mina sotto il governo? E cioè andare avanti come un treno su una proposta che indurrebbe subito Alfano a staccare la spina. Proposta che certo sarebbe molto gradita a Forza Italia, anche se ci sarebbe già la convizione che le politiche non si terranno nel maggio del 2014 ma nel 2015.

In ogni caso, secondo i ben informati delle cose del centrosinistra, sia Renzi che Letta sarebbero già d’accordo sul fatto che a staccare la spina dovrà essere il vicepremier. Ma non subito. Ecco perché la scelta del Mattarellum starebbe almeno al momento prendendo piede. Se la staccherà “sarà sui gay e sulla Bossi-Fini”, pronosticano nel centrosinistra.

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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