Gli F-35 del Pd all'attacco del Governo
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Gli F-35 del Pd all'attacco del Governo

Perché sono proprio uomini del Partito Democratico che stanno bombardando Enrico Letta

Prove tecniche a Montecitorio per iniziare a logorare il governo. Da chi vengono? Dal Pdl dopo la condanna monstre nei confronti di Silvio Berlusconi al processo “Ruby”? No, secondo attenti osservatori delle cose del centrosinistra vengono dal Pd. La battuta per descrivere lo stato dell’arte è fin troppo facile: 

“Attenzione, gli F35 hanno iniziato a volteggiare sul governo, ora devono solo trovare il kamikaze che a tempo e luogo sgancerà la bomba”. E la bomba magari non saranno più gli F35, sui quali nel pomeriggio di mercoledì 26 giugno si è cercata affannosamente una mediazione per arrivare a una mozione congiunta Pd e Pdl. Al di là di come finirà sull’acquisto degli aerei da guerra, è un fatto che a rimettere in discussione tutto, con una giravolta rispetto al giorno prima quando si parlava solo di un rinvio, è stato proprio il Pd. Che ha presentato una mozione con la quale in sostanza si dice che deve essere il parlamento a decidere, ridando così di fatto in pasto in aula tutta la materia ai Cinquestelle, a Sel e alla sinistra interna del Pd.

Perché questa accelerazione? “Vogliono far saltare il banco e andare a votare al massimo la prossima primavera”, spiegano nei dintorni di Largo del Nazareno. Chi del Pd vuole la crisi? “Tutti: conviene a Pier Luigi Bersani che non ha mai accontonato il vecchio sogno di fare nn governo con una parte di Stellati, conviene a Matteo Renzi che così si presenta come candidato premier, conviene ai dalemiani e ai popolari che in questa legislatura hanno ottenuto solo le briciole...Gli F35 hanno già iniziato a
volteggiare sul governo e Berlusconi non c’entra davvero niente”.

Di fatto, con un crisi politica sarebbe anche difficile tenere il congresso del Pd. Sul quale sono in pieno corso le grandi manovre con l’obiettivo del corpaccione del partito, che fa ancora capo a Bersani, ma anche dei popolari di fermare Renzi. Si starebbe pensando a più candidature oltre a quella di  di Gianni Cuperlo, benedetto ma dicono fino a un certo punto dai dalemiani, per tenere sul fronte sinistro. Si calcola che Cuperlo potrebbe prendere il 30 per cento di voti, ma il punto per i nemici di “Matteo” è quello di trovare anche una candidatura al centro per arginare Renzi. Sul quale però i bersaniani ora sono alle prese con il “mistero D’Alema”.

Secondo alcuni l’ex premier vorrebbe Renzi come candidato a Palazzo Chigi e magari Cuperlo alla segreteria. Scenari ancora lontani?

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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