Lo "strappo" di Renzi (verso le elezioni)
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Lo "strappo" di Renzi (verso le elezioni)

"Stiamo perdendo tempo" ha detto il sindaco di Firenze che punta ad un rapido ritorno alle urne

E "Matteo Renzi" (ri)và alla guerra, puntando deciso verso un ritorno alle urne. Il colpo di fucile, dopo settimane in cui appariva addomesticato, il sindaco di Firenze lo spara in tarda mattinata, proprio poco dopo che la fedelissima bersaniana Alessandra Moretti aveva detto che certamente Renzi sarebbe potuto diventare il nuovo segretario del Pd, primarie permettendo. Ma "Matteo" ha capito bene che, invece, il tempo per lui sta per scadere. Ecco perché ha sparato ad alzo zero:

"Si sta perdendo tempo". E chi lo sta perdendo sarebbe ovviamente Pier luigi Bersani per la formazione del governo.

Renzi sa bene che ora la partita si sta spostando tutta sull'elezione del nuovo inquilino del Quirinale, per la quale le Camere sono state convocate il 18 aprile. E che nel frattempo solo un miracolo, certamente molto gradito al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, permetterebbe la nascita di un nuovo governo prima dell'elezione del presidente della Repubblica. Quindi, dopo cosa succederà?

"Bersani è ancora un po' in campo", ammettono, sotto anonimato parlamentari di area veltronian-popolare fautori di un governo di scopo di semi-larghe intese e vicini allo stesso sindaco di Firenze. "E quindi - ragionano - Renzi sente puzza di bruciato". Perché se sul Colle va un presidente che consenta a Bersani un governo di minoranza, anche se l'ipotesi è difficile, è chiaro che Matteo sarebbe fuori gioco almeno per un paio d'anni. Insomma, la paura di Renzi sarebbe che la sua spinta propulsiva finisca. "Perché è chiaro che se non si va prima alla formazione del governo, Bersani resta il segretario del Pd in campo che dà le carte sulla candidatura per il Quirinale...".

Insomma, quella perdita di tempo che il sindaco denuncia, alla fine rischia di giovare solo a Bersani. Al quale però un pezzo di partito, l'area dei popolari e dei veltroniani, amica dei renziani, avrebbe già intimato una sorta di aut aut: o ci riesci o fai un passo indietro. E se Bersani accettasse al posto suo potrebbe andare Enrico Letta? Ma anche se fosse, pure in quel caso Renzi rischierebbe di essere tagliato fuori. In un partito definito "ormai spappolato" la debolezza di Bersani rischia di diventare paradossalmente una forza. Ma nell'elezione del Capo dello Stato tutto può accadere. Il pericolo di franchi tiratori è sempre dietro l'angolo. E il sindaco di Firenze dispone tra deputati e senatori di una cinquantina di parlamentari. A Pd e Sel mancano sempre 9 voti per raggiungere la maggioranza assoluta. La partita è ad alto rischio.

Probabilmente con l'uscita di oggi "Matteo" piuttosto sembra essere entrato anche lui come king maker nella partita per il Colle. Per poi elezioni subito, come vorrebbe anche il Pdl?  "Quisaz", verrebbe da dire, come la canzone cubana che dice: "Tu stai perdendo il tempo, pensando, pensando... a quello che vuoi di più...". Sembra dedicata a Pier Luigi Bersani.

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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