Gasparri: "Renzi, niente scherzi o saltano le riforme"
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Gasparri: "Renzi, niente scherzi o saltano le riforme"

L'esponente di Forza Italia avverte il premier: no all'abbassamento della soglia di sbarramento. E sulla candidatura di Berlusconi alle europee "...è la normalità democratica"

«Basta con il congresso permanente del Pd. Matteo Renzi rimetta ordine in casa sua, se non rispetta i patti troverà pane per i suoi denti. Si mostri affidabile. Noi abbiamo dimostrato fino in fondo di esserlo, con grande senso di responsabilità. Lo attendiamo al primo banco di prova  martedì 18 marzo. Se cederà a chi chiede di abbassare intanto la soglia per le elezioni europee, significa che compromette l’Italicum e le altre riforme. A questo gioco non staremo».

Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, esponente di peso del ghota di Forza Italia, pone un fermo alt alle manovre - anticipate da Panorama.it - ripartite a Palazzo Madama per stravolgere se non impantanare la riforma elettorale approvata dalla Camera.

Senatore Gasparri, quel che è stato respinto alla Camera, dove antirenziani del Pd e «centrini» vari hanno cercato fino all’ultimo di far altare la riforma elettorale, ritorna al Senato?

«Nel Pd in particolare c’è un congresso infinito. Non è una cosa nascosta, ormai è palese…».

Non è  più un retroscena di noi giornalisti?

«No, è scena. Ormai ci sono 21 firme in calce a un documento di senatori pd, (chiedono di anteporre il superamento del bicameralismo all’Italicum ndr) piovono interviste, dichiarazioni parlano tutti… È la scia che Renzi si è lasciato dietro in questa sua rapida e cinica ascesa su tutti i troni, dal partito al governo: appena possono i feriti, non definitivamente eliminati, si rialzano e colpiscono dove possono, su tutto: dal tema delle soglie alla riforma del Senato, si muovono in modo del tutto strumentale».

Sono «feriti» eccellenti e di potere, tra loro ci sono esponenti pd che occupano caselle chiave, come Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, la «signora in rosso» che Renzi vorrebbe rottamare. Che accadrà?

«Sono personaggi rilevanti, lo so benissimo. Quindi mi aspetto una discussione serrata, dove argomenti anche apparentemente logici saranno usati strumentalmente. Possono anche dire cose che avrebbero una loro logica, ma lo scopo è sempre  altro:  quello di far pagare a Renzi ciò che sta facendo».

Fino a che punto reggerà quel «senso di responsabilità» di Forza Italia che ha già salvato Renzi, impedendogli di andar sotto alla Camera?

«Noi vogliamo mantenere il patto. Abbiamo sempre dimostrato una sostanziale compattezza. Nel Pd invece si va avanti per faide, ci sono leader storici che non si arrendono… È stato Renzi, attaccato dai suoi, ad un certo punto a doverci chiedere di fare una riforma valida solo per l’elezione della Camera dei deputati. E noi che, invece,  avevamo fatto un patto diverso, il quale prevedeva che l’Italicum intanto riguardava il parlamento così com’è, pur essendo impegnati per la trasformazione del Senato – io poi lo abolirei -   abbiamo detto di sì. Nonostante ripeto fosse in difformità dal patto. Ed ora invece ci vengono a dire: “E no! Prima facciamo la riforma del Senato”. Ma a che gioco stiamo giocando?»

C’è un doppio o triplo Renzi che prima fa il patto con Silvio Berlusconi, poi è costretto a farlo con i ribelli della vecchia guardia bersaniana, e poi ancora con le Piccole formazioni di centro?

«C’è un Renzi sballottolato dalla lotta eterna e perenne che c’è all’interno del  suo partito. E quindi un Renzi che non è in grado  di mantenere gli impegni. La prima prova ci sarà già martedì».

Perché?

«Noi stiamo discutendo al Senato la legge che riguarda le elezioni europee. In ballo ci sono  sia le quote rosa, sia la soglia di sbarramento che vogliono abbassare dal 4 al 3 per cento».

È Angelino Alfano che teme per il suo Ncd?

«È di tutti i partiti minori, da Scelta civica in poi che sono a rischio…ma il punto è l’Italicum.  Se Renzi non dà un’indicazione chiara e cede sul 3 per cento alle europee, come ha già iniziato a fare a “Porta a porta”, vuol dire che cederà pure sulla legge elettorale nazionale. Delle due l’una, o sceglie di rispettare i patti non scendendo sotto il 4 per cento né alle europee né sull’Italicum dove la soglia è al 4,5 per cento, e va avanti sul percorso delle riforme, oppure noi non accetteremo altri tradimenti. Se lui ribalta la situazione compromette sia la legge elettorale sia le riforme costituzionali».

Rischia di non avere più l’appoggio di Forza Italia ancora più decisivo al Senato, dove la maggioranza ha numeri risicati?

«Attendiamo la risposta che il premier  darà martedì. Deve essere chiaro e rispettare i patti.  Martedì capiremo cosa faranno il Pd e Renzi. Se lui inizia a cedere sulle europee, compromette il percorso delle altre leggi».

Significa che si sarà giocato il ruolo di interlocutore affidabile?

«Sì, proprio così. Renzi ha poi  detto che si farà la legge elettorale nazionale entro il 25 di maggio. Noi non vogliamo trucchi. Se farà invece il gioco delle tre carte, troverà pane per i suoi denti».

Si sta intanto infiammando la polemica dopo l'annuncio da parte di Giovanni Toti della candidatura di Silvio Berlusconi alle europee. Qual'è la sua opinione?

"La normalità democratica è Berlusconi in campo da candidato. La sua esclusione lede i principi basilari della democrazia"

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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