Berlusconi vota la fiducia, ecco i retroscena
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Berlusconi vota la fiducia, ecco i retroscena

Il Cavaliere ha stupito tutti, come sempre, compresi i suoi stessi colleghi di partito - La diretta dal Senato - Berlusconi, l'intervista esclusiva di Panorama - L'intervento al Senato (video)

Spiazza il Pd, lo "scissionista" Angelino Alfano, spiazza Mario Monti che poco prima aveva inviato di fatto Enrico Letta a diventare segretario del Pd, e aveva invocato un nuovo governo sostenuto dalla sua Scelta Civica e da una parte di Pdl e Pd. Ma Monti ancora una volta non ci azzecca.

Silvio Berlusconi a sorpresa annuncia il suo sì seppur sofferto al governo. Dice di aver apprezzato il Letta che annuncia una riduzione della pressione fiscale e che dichiara di voler venire incontro all'Europa rispetto alla procedura di infrazione contro l'Italia sulla responsabilità civile dei giudici. Berlusconi impedisce così ad Alfano di fare la scissione. Formigoni addirittura aveva confidato a prendergli, a Panorama.it lo scissionista Roberto Formigoni "siamo pronti a fare nuovi gruppi a Camera e Senato con il nome Pdl, poiché Alfano è depositario del simbolo".

Invece sembra proprio di no perché racconta un berlusconiano doc: "La delega del simbolo ce l'ha dall'11 novembre Denis Verrdini".

Ma a questo punto nascono altri dissensi inaspettati nel Pdl, di quelli che fino a ieri notte erano con lui contro Alfano per il pollice verso al governo.

Francesco Nitto Palma annuncia che uscirà dall'aula e si dice che un'altra trentina potrebbero astenersi e quindi votare contro Letta, perché al Senato l'astensione vale voto contrario.

La maionese della politica italiana impazzisce e le notizie variano di minuto in minuto. Una cosa è certa: Alfano non farà alcun gruppo chiamato Pdl. Almeno questo Berlusconi a lui e ai dissidenti dovrebbe averlo al momento impedito. Ora però, il Cavaliere se la dovrà vedere con i falchi dell'ultim'ora.

Intanto, confida a Panorama.it il socialista Enrico Buemi della Giunta per le autorizzazioni: "Gira voce che che il Pd vorrebbe a questo punto far slittare il voto in aula sulla decadenza di Berlusconi da senatore. certo il 4 la Giunta lo farà purtroppo decadere. Ma ora il Pd teme una campagna elettorale giocata da Berlusconi contro la "ghigliottina" della Giunta, le nuove monetine del trattamento fatto a Craxi". Ma ora che Berlusconi non è andato più in minoranza, il Pd in difficoltà sarebbe pronto a rinserrare i ranghi e sembra già deciso al Senato per il voto in aula il 14 ottobre. Dopo l'intervento di Berlusconi, affranti i volti dei ministri Dario Franceschini e Graziano Del Rio.

E a proposito di Craxi, Lucio Barani (Pdl), grande amico di Bettino annuncia che lui seguirà l'indicazione di Berlusconi, "ci vuole la pacificazione".

Marcia indietro dei ministri scissionisti; Nunzia De Girolamo, fuori da Palazzo Madama - "Sono per l'unità del partito". E alla fine Berlusconi ricompatta tutto il PdL; solo un pugno di senatori, ma suoi fedelissimi, esce dall'aula perché avrebbero voluto il pollice verso. Tra questi Francesco Nitto Palma. Il governo passa al Senato con 235 sì.

Ma poche ore dopo già si parla di un "blitz " alla Camera con la nascita di un nuovo gruppo composto da 26 "alfaniani", capeggiato da Alfano e Fabrizio Cicchitto, con al suo interno nomi di peso quali i ministri Lupi, Lorenzin e De Girolamo ed Enrico Costa; ma dicono fonti di palazzo che ci sarebbe una querelle in corso se farlo nascere ora o successivamente. Aspettano forse la decadenza da senatore del Cavaliere?

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