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Renzi e il Quirinale: "Un arbitro per i prossimi 7 anni"

Alla direzione del Pd il presidente del Consiglio chiarisce: se qualcuno si chiama fuori nell'elezione del Capo dello Stato "faremo senza di lui"

Il premier Matteo RenziImagoeconomica

Qualche riferimento alla situazione economica ("il 2015 sarà un anno decisivo") e molti alla prossima elezione del nuovo Presidente della Repubblica, la cui prima votazione è prevista per il 29 gennaio prossimo. È il classico discorso "renziano" quello pronunciato dal presidente del Consiglio alla direzione del Pd. Una serie di conferme, annunci, punzecchiature.

La corsa al Quirinale

Eleggere il capo dello Stato non consiste nel "piantare una bandierina" ma nell'"offrire un punto di riferimento a tutto il Paese. Saremo nelle condizioni - ha assicurato Renzi - di assicurare al Paese altri sette anni con un presidente della Repubblica che sarà costituzionalmente il punto di riferimento di tutti noi e che sarà un arbitro rigoroso per il bene nostro e di tutto il Paese".

"Ritengo opportuno che la direzione si ritenga convocata in modo permanente e che nelle prossime ore il segretario possa essere ospite dei gruppi per dialogare, salvo immaginare di arrivare prima del primo voto a formalizzare la proposta riunendo i grandi elettori... Niente ironie, niente demagogie, coinvolgeremo tutti. Se qualcuno si chiama fuori faremo senza di lui. Non accettiamo veti da nessuno" ha ribadito Renzi indicando il metodo per la scelta del presidente della Repubblica, chiamando al confronto anche M5s. "I Cinque stelle se vogliono stare al tavolo" della scelta del presidente della Repubblica "ci stiano. Devono scegliere se essere nelle mani di quelli che vogliono impiccare gli altri o nel gioco istituzionale. Spero colgano l'occasione, faremo anche senza di loro ma sarebbe bello insieme a loro. Noi potremo e dovremo fare con tutti gli altri: il presidente della Repubblica si prova a eleggere con tutti gli altri".

Il riferimento è ovviamente anche a Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, che ha dichiarato di non volere un candidato alla presidenza della repubblica "di sinistra". "Berlusconi ha votato gli ultimi due presidenti della Repubblica, nel 1999 e nel 2013" ha risposto Renzi a chi punta il dito contro il patto del Nazareno. "Le deputate e i deputati, le senatrici e i senatori - prosegue Renzi - non sono smaniosi e i loro tempi non sono dettati dalla fretta ma dal senso di urgenza, dal fatto che noi siamo lì perchè siamo chiamati a corrispondere alle esigenze dei cittadini. Propongo non solo che si continui a lavorare in questi giorni ma che si lavori anche sabato e domenica, anche con le sedute notturne". Il Pd ha una "responsabilità" nell'elezione del nuovo presidente della Repubblica per cui "o siamo in condizioni di fare quel che necessario o" se si fallirà come nel 2013 "noi saremo additati come colpevoli.

Una stoccata la dedica a Renato Brunetta, capogruppo di FI alla camera dei deputati: "Per corsi e ricorsi Brunetta diventa il re dei fannulloni dopo averli contestati, è una sorta di assurdità" ha attaccato il premier. "Se arrivasse un marziano e vedesse che ci sono 15 giorni prima di cominciare l'elezione del Quirinale e le Camere lavorano, che direbbe? I terrestri - direbbe - stanno lavorando, stanno facendo il loro mestiere", osserva. "La disponibilità alla discussione non è un optional ma un metodo che rivendichiamo" Il Parlamento deve lavorare: sarebbe provocatorio aver applaudito Napolitano quando chiedeva le riforme e poi fermarle dopo le sue dimissioni. Così il premier Matteo Renzi. "Siano tutti seri. Se c'è qualcuno nell'altra parte che prova nostalgia del tempo in cui si perdeva tempo, faccia pure: la loro casa è la paura, il loro alleato lo status quo, il loro sogno la palude".

Segnali economici

"Il deprezzamento dell'euro rispetto al dollaro è molto importante per la nostra economia, ne vedremo gli effetti" ha detto Renzi elencando tra i fatti economici positivi "il rendimento dei titoli stato più basso da decenni, la chiusura dell'accordo con la Svizzera per il rientro capitali" e sostenendo che "abbiamo i primi segnali positivi anche se molto molto timidi sulla ripresa dei consumi".

La flessibilità in Europa? "Un debut"

"Non abbiamo valorizzato l'accordo sulla flessibilità" nell'Unione europea, "non l'abbiamo pompato, perchè è solo un primo passo, ce n'est qu'un debut". Così Renzi sembra quasi in parte giustificare il mancato successo del semestre europeo per la conquista di una maggiore flessibilità nella gestione dei conti pubblici, convinto che sia stato compiuto "un primo passo del percorso di cambiamento necessario per l'intero continente, che rischia di soffrire per la deflazione e stagnazione".

Melfi e Marchionne

"L'annuncio di Detroit collegato anche al contratto a tutele crescenti è un grandissimo segnale non solo per la Basilicata e credo sia il segno della ripresa dell'occupazione che si tirerà dietro il settore automotive" ha detto Renzi replicando a chi lo ha "accusato di essere troppo sensibile o buono nei confronti dei vertice Fiat".

"Nelle prossime settimane arrivera' un provvedimento importante sul ruolo del credito. Non abbiamo avuto paura di intervenire sul numero dei parlamentari, non dobbiamo averla di intervenire sul numero dei banchieri:  ci sono troppi banchieri e poco credito per le piccole e medie imprese". Lo annuncia il premier Matteo Renzi

Legge elettorale

Sulle riforme "c'è una discussione molto forte, sulla legge elettorale ne abbiamo discusso tante volte e i punti che ci uniscono sono davvero molto numerosi. Siamo ad un passo dal risultato finale e sulla legge elettorale siamo in condizione di fare una svolta storica".

Il congresso del Pd

Si svolgerà nel novembre 2017: "Discuteremo se anticiparlo in base al calendario elettorale che ci sarà" ha detto Renzi. "Non vorrei che qualcuno si esaltasse troppo" all'idea di anticipare il congresso perchè si tratterebbe di anticipare di qualche mese, "ad esempio a settembre 2017"


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