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Regionali: Renzi "costretto" a tifare De Luca

Il premier a Salerno per il candidato governatore del Pd. Ma se vincesse Caldoro...

Non è certo un caso se Matteo Renzi ha scelto di arrivare oggi a Salerno per la prima iniziativa a sostegno di Vincenzo De Luca in vista delle regionali del 31 marzo. Non solo Salerno è la città che il candidato governatore del Pd ha amministrato, “trasformandola” in meglio secondo Renzi, fino a gennaio scorso quando, condannato in primo grado per abuso d'ufficio, è decaduto per effetto della legge Severino. Ma Salerno è anche la città dove domani arriverà Silvio Berlusconi, già da oggi a Napoli per dare man forte a Stefano Caldoro. Non è, d'altra parte, nemmeno un caso che il suo endorsement a sostengo di “Enzo” sia arrivato solo ieri, con un'intervista al Il Mattino, all'indomani dell'attacco di Enrico Letta. Parole, quelle dell'ex premier che Renzi ha liquidato ricordando che De Luca è stato viceministro nel suo governo e che, all'epoca delle primarie del 2012 vinte da Bersani, i dirigenti nazionali, che oggi criticano le liste a suo sostegno, gli andavano a chiedere voti che allora non consideravano così “impresentabili”.

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Le accuse di Letta

Ospite di Ballarò, l'ex premier aveva duramente criticato la candidatura di De Luca, dicendo che se a proporla fosse stato Berlusconi, “il Pd sarebbe sceso in piazza”. Chiaro il riferimento ai famosi “impresentabili”, la “Gomorra” denunciata anche da Roberto Saviano che impesterebbe le liste a sostengo dell'ex viceministro del governo Letta. Indagati, condannati, inquisiti, parenti di camorrisiti, personaggi passati da un partito all'altro, che hanno creato grande imbarazzo dalle parti del Nazareno e costretto sia De Luca che lo stesso Renzi a prenderne le distanze chiedendo agli elettori di non votare nomi che “non voterei nemmeno io”.

La difesa di Renzi

E tuttavia, hanno sempre assicurato entrambi, la lista del Pd è pulita. “Non ci sono impresentabili” ha ribadito il premier anche nell'intervista a Il Mattino in cui si è scagliato contro quei dirigenti nazionali che oggi criticano De Luca ma che nel 2012 venivano in processione a chiedergli voti (“allora non erano impresentabili”) a sostegno di Bersani. E che magari sono gli stessi (leggi Enrico Letta) “nelle cui mani De Luca ha giurato come vice ministro nel 2013”. “Un sindaco straordinario” per il segretario dem, che “potrà essere criticato per un profilo molto deciso”, ma al quale nessuno intellettualmente onesto” può non riconoscere di aver reso Salerno “più pulita e più bella”. Per questo De Luca può essere “il sindaco della Campania”, quello di cui la Regione ha bisogno per far “funzionare le cose”.

Ma il “problema De Luca” resta

E tuttavia, l’impressione che a Renzi De Luca continui a non piacere per niente resta. Non è un segreto che il Nazareno abbia tentato senza successo di convicerlo a rinunciare alla corsa e che De Luca, con quel “profilo molto deciso” che si ritrova, abbia pervicacemente resistito al pressing. L'ex viceministro alle Infrastrutture gode sul territorio di un consenso che sfugge al controllo di Roma e che con le ultime primarie si è esteso addirittura a Napoli , città che fino ad allora gli era stata sempre ostile. Che De Luca sia e resterà, in caso di vittoria (quando si presenterebbe anche il problema della sospensione) una spina nel fianco del premier e del governo, Renzi lo sa bene. Tanto che se finisse davvero 5-2 (Veneto e Campania perse) e fosse riconfermato il più docile Caldoro (uno di cui il premier ha parlato sempre bene e che in un futuro Partito della Nazione teneterebbe subito di arruolare), quasi quasi sarebbe del male minore.


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Claudia Daconto