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Referendum costituzionale: le modifiche su Camera e Senato

Ecco come la riscrittura dell'articolo 55 rimodula funzioni, numeri e rappresentanza delle due camere del Parlamento

Uno dei punti centrali della riforma costituzionale su cui gli italiani sono chiamati a votare il prossimo 4 dicembre al referendum riguarda la modifica dell'articolo 55 della Costituzione, ovvero la norma che definisce la composizione e il ruolo del Parlamento suddiviso in Camera e Senato. Nelle slide che seguono, cosa prevede oggi l'articolo e come potrebbe cambiare qualora vincesse il "Sì".

Art. 55: come recita oggi

L'articolo 55 della Costituzione recita:
"Il Parlamento si compone della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica".
"Il Parlamento si riunisce in seduta comune dei membri delle due Camere nei soli casi stabiliti dalla Costituzione".

Art. 55: come cambia nella riforma

Il "nuovo" articolo 55 previsto dalla Riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi si amplia includendo delle novità tra i due commi dell'articolo attuale. Ecco quali sono:

- Le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono l'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza.
- Ciascun membro della Camera dei deputati rappresenta la Nazione.
- La Camera dei Deputati è titolare del rapporto di fiducia con il Governo ed esercita la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e quella di controllo dell'operato del Governo.
- Il Senato della repubblica rappresenta le isituzioni territoriali ed esercita funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri Enti costitutivi della Repubblica. Concorre all'esercizio della funzione legislativa nei casi e secondo le modalità stabilite dalla Costituzione, nonchè all'esercizio delle funzioni di raccordo tra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e l'Unione Europea. Partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all'attuazione degli atti normativi e delle politiche dell'Unione Europea. Valuta le politiche pubbliche e l'attività delle pubbliche amministrazioni e verifica l'impatto delle politiche dell'Unione Europea sui territori. Concorre ad esprimere pareri sulle nomimen di competenza del Governo nei casi previsti dalla legge e a verifiare l'attuazione delle leggi dello Stato.

Le ragioni di chi vuole votare SI'

Piace il fatto che si dia rappresentanza agli enti territoriali in Parlamento dando loro un potere diretto di gran lunga più forte di quello di cui godono oggi nella Conferenza Stato-Regioni. Inoltre, si esprime la parità di genere come principio costituzionale superando così problemi di retaggi culturali passati.

I dubbi di chi vuole votare NO

Conservare il Senato deve significare garantire che sia eletto dal popolo come previsto dall'articolo 1 della Cosituzione che rimanda al popolo la sovranità. Questo passaggio non è infatti garantito dal testo di riforma che non specifica come saranno nominati i nuovi rappresentanti del nuovo Senato (rimanda a una legge successiva) nè chi saranno tra sindaci, consiglieri regionali o presidenti di Regione. Inoltre, si mette in discussione il fatto che un sindaco non possa permettersi di fare due lavori e soprattutto di poter sedere in Senato per questioni di tempo. Infine, si fa un appunto sul fatto che solo i Governatori sarebbero le figure giuste per avere un ruolo determinante nel dibattito con lo Stato (ma questo non è appunto garantito dalla norma).

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Redazione