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Ravetto: "Renzi sull'immigrazione sbaglia tutto"

Hot-spot nei Paesi di partenza e tribunali per i profughi. La presidente della Commissione Schengen lancia proposte concrete. E provocatorie

Il “muro anti-immigrati” che l’Austria vuole elevare al valico del Brennero. Gli sbarchi in continuo aumento sulle coste siciliane e pugliesi. L’Europa paralizzata... È giustamente preoccupata Laura Ravetto, parlamentare di Forza Italia: in qualità di presidente del Comitato di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen ha già lanciato un forte allarme sui rischi che sta correndo la libera circolazione europea e sulle disastrose conseguenze economiche del blocco del valico tra Italia e Austria.

Ma Ravetto insiste: con un serie di proposte concrete, per affrontare con efficacia l’emergenza migratoria. “A partire dall’atteggiamento dell’Italia al tavolo con l’Unione” dice: “Lì dobbiamo cambiare tutto. Avevamo siglato nel 2015 un accordo sugli Hot-spot (i luoghi dove verificare l’identità degli immigrati e suddividere profughi da clandestini,ndr), e invece…”.

E invece che cosa è successo?
È successo che noi abbiamo rispettato quell’accordo e abbiamo aperto quattro Hot-spot in Sicilia, mentre un altro è in arrivo. L’intesa prevedeva però che dall’altra parte l’Unione europea dovesse ricollocare 39 mila profughi all’anno e provvedere attraverso Frontex a rimpatriare gli immigrati economici, cioè i clandestini. Ma i profughi ricollocati in altri Paesi europei a tutt’oggi sono 300, e Frontex ha rimpatriato 5 mila clandestini, contro i 15 mila respinti dall’Italia. Questo è inaccettabile: l’Europa deve rispettare gli accordi.

Soluzioni alternative?
Intanto mi domando: perché il governo Renzi a Bruxelles non fa la voce grossa sul mancato rispetto degli accordi? E perché il governo italiano non ha insistito con Bruxelles affinché gli Hot-spot venissero istituiti nei Paesi di provenienza degli immigrati? Ovviamente questo oggi è impossibile in Libia. Ma in Egitto o in Turchia si potrebbe farlo benissimo. Allora, anche qui, cambiamo registro: creiamo in quei Paesi i centri dove si possano fare verifiche preventive, dove si registrino quanti hanno davvero un diritto a essere accolti come profughi perché fuggono da guerre e regimi dittatoriali. E affidiamo registrazione e controlli ai rappresentanti delle Nazioni unite.

Insomma, fare gli Hot-spot in Sicilia è stato un errore?
Certo! Tutti gli immigrati che ci passano, è evidente, resteranno da noi. Per i clandestini mancano accordi di reciprocità con i Paesi di provenienza, e dobbiamo affidarci a fogli di via su base volontaria che nessuno rispetta. Mentre i presunti profughi respinti dalle prefetture fanno ricorso ai tribunali civili, che sono sempre più intasati di pratiche; così possono aspettare fino a quattro anni una sentenza definitiva. Intanto, però, la legge dice che devono essere accolti “provvisoriamente”, e in questo lungo limbo sono nostri ospiti: pesando inevitabilmente sul welfare e sulle strutture d’accoglienza.

Pero gli sbarchi aumentano...
Sì, ma soprattutto cambia la composizione dei flussi migratori. Nel 2014 per il 65-70% si trattava di profughi reali: soprattutto siriani ed eritrei. Nel 2015 i siriani sono praticamente scomparsi, gli eritrei sono stati il 6%. Oggi, e a dirlo non sono io ma l'Unhcr, cioè le Nazioni Unite: gli immigrati che arrivano in Italia sono in stragrande maggioranza “migranti economici”.

Rischiamo di fare la fine della Grecia, nel 2016?
Temo di sì. E in tutto questo non gioca soltanto il caso. Io ho la netta impressione che i Paesi più forti, per intenderci quelli dell’Europa settentrionale, vogliano deliberatamente ridurre Italia e Grecia al ruolo di grandi “Centri profughi”. Il loro discorso, semplificando, è questo: noi vi concediamo un po’ di flessibilità in più sui conti e sulle spese pubbliche, e voi in cambio vi tenete gli immigrati. Ma è uno scambio vergognoso, inaccettabile.

Altre soluzioni possibili?
Ho presentato una mozione alla Camera, che è stata votata quasi all'unanimità: creiamo sezioni specializzate nei tribunali civili, destinate a occuparsi soltanto delle pratiche relative ai migranti cui è stato negato il riconoscimento di profugo. Non è possibile che chi non ha un vero diritto all’asilo possa fare ricorso ai tribunali ordinari e rimanere anni in attesa della sentenza. Le sezioni speciali sveltirebbero i procedimenti. Il voto c'è stato. Ma il ministro della Giustizia non ha ancora fatto nulla.

E sugli Hot-spot?
Anche su questo punto il governo Renzi dovrebbe cambiare totalmente registro con l’Europa. Prendiamo per esempio l’Operazione Triton, quella che nel Mediterraneo ha sostituito l’Operazione Mare nostrum. Io credo che ogni nave europea che soccorre un barcone di immigrati dovrebbe essere considerata a tutti gli effetti Europa: quindi tutti quelli che vengono registrati a bordo dovrebbero automaticamente diventare una responsabilità collegiale europea. Se invece la nave è inglese, dovrebbe essere considerata Gran Bretagna. E così via. Invece tutte le navi di Triton caricano gli immigrati e poi li sbarcano nei nostri porti. Così vengono tutti ufficialmente registrati in Italia. Matteo Renzi continua a dire che l’immigrazione è un problema europeo: il punto è che l’Europa agisce in base ad altri interessi.

Come ha fatto con la Turchia…
Esatto. Abbiamo consegnato 3 miliardi di euro ad Ankara. Perché la Turchia interessava molto alla Germania, che già ospita milioni di cittadini turchi. Mi domando: perché, allora, non si sono fatti accordi con l’Albania, o con altri Paesi. Semplice: perché in Europa ci sono governi forti e altri che non lo sono. Ecco perché.

Come finirà la questione del Brennero?
L’operazione reticolati potrebbe causare perdite secche per molti miliardi di euro e va assolutamente evitata. L’Austria è motivata ad agire dall’inerzia di Renzi, ma sta violando le norme di Schengen. E non mi basta che il ministro dell'Interno dica che il muro è caduto perché "si tratterà soltanto di controlli". È una presa in giro: muro no, controlli sì? Sarà sempre la stessa cosa, e comunque è una violazione di Schengen. L’Europa non può comportarsi in modo totalmente schizofrenico: da una parte impone severe sanzioni per decimali di punto percentuale a chi non rispetta le regole sul debito, e dall’altra non agisce nei confronti di chi chiude le frontiere. Anche questo è scandaloso.


 

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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