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Massimo Giletti: “Voglio un programma sulle carceri, ma la Rai non mi ha nemmeno risposto”

Di Annalisa Chirico Massimo Giletti ha fatto “outing”. Ai corridoi bui dei palazzi Rai ha preferito un comunicato stampa, che diceva più o meno così: ho presentato un format per un programma sulle carceri al direttore di Radio Rai Antonio …Leggi tutto

Massimo Giletti

Massimo Giletti

Di Annalisa Chirico

Massimo Giletti ha fatto “outing”. Ai corridoi bui dei palazzi Rai ha preferito un comunicato stampa, che diceva più o meno così: ho presentato un format per un programma sulle carceri al direttore di Radio Rai Antonio Preziosi e ad un anno di distanza non ho ricevuto ancora una risposta.

Com’è nata l’idea di questo programma?
L’ho pensato insieme a Klaus Davi. L’obiettivo è portare la Radio all’interno del carcere coinvolgendo personaggi importanti della politica, del mondo della cultura e dello spettacolo. Vogliamo dar voce alle guardie penitenziarie e ai detenuti affinché possano raccontare la loro esperienza, le loro esigenze.

A che punto eravate del lavoro?
Avevamo avuto già l’autorizzazione del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Gli adempimenti burocratici per entrare in carcere erano stati espletati.. Avevamo anche individuato gli istituti possibili, Regina Coeli oppure Rebibbia.

E poi è che è successo?
Ho presentato il progetto al direttore di Radio Rai nel maggio 2011. L’idea gli piaceva, si pensava addirittura di farlo partire la scorsa estate. Poi così non è stato, e allora l’ho incontrato nuovamente a ottobre. Mi è stato posto un problema di budget. Vedo però che altri programmi si fanno, quindi è una scelta, un vero peccato.

Sarebbe stato un programma oneroso sul piano economico?
Non abbiamo mai fatto una trattativa economica perché uno come me che propone un programma di questo tipo non vuole certo speculare. I costi erano prossimi allo zero.

Dopo la sua dichiarazione pubblica il direttore Preziosi si è fatto vivo?
No, però mi ha chiamato il direttore generale Lorenza Lei. So che la Lei è molto sensibile al problema carcerario, lo ha dimostrato coi fatti. Rimane il disappunto perché forse un conduttore che propone una cosa del genere merita almeno una risposta.

Quindi da Preziosi nessuna reazione.
Nessuna.

Apprendiamo da lei però che il dg della Rai è sensibile al tema. Si può ipotizzare un format simile in tv?
Portare la radio in carcere è più semplice. Con la tv è più complicato.

Certo che il mondo del carcere attraverso le immagini sarebbe tutta un’altra cosa…Perché è più complicato?
Andrebbe modificato il progetto, dovrei ragionarci. La tv ha un linguaggio diverso. Se domani mi chiedono di farlo però ci lavorerò.

E’ nell’ordine del possibile secondo lei?
Non posso saperlo. Certo che se già è stato impossibile realizzare un programma per la radio, si figuri per la televisione.

Eppure, come ha denunciato il deputato del Pdl Alfonso Papa, l’informazione della Rai sulla questione carceraria è a dir poco “centellinata”.
Non sono io che decido. Le decisioni le prendono i vertici dell’azienda. Io ritengo che al problema delle carceri sia legato il malessere del nostro Paese. Il servizio pubblico ha il dovere di aprire certi spaccati meno conosciuti. Poi però, come vede, il conduttore del principale talk show televisivo (l’Arena, ndr) seguito da oltre cinque milioni di spettatori fa una proposta e non riceve neppure una risposta per un anno intero.

Lei ha preferito una denuncia pubblica dell’accaduto anziché chiedere aiuto a questo o a quel politico. Gliene va reso atto.
Sono contento di aver sollevato il problema. Ho ricevuto una solidarietà trasversale.

Magari ora in Rai qualcosa si sbloccherà. In Rai In l’appoggio della politica conta.
Io sono uno che lavora molto e ho sempre fiducia che le cose possano migliorare. Sono confidente.

Noi glielo auguriamo.

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Annalisa Chirico

Annalisa Chirico è nata nel 1986. Scrive per Panorama e cura il blog Politicamente scorretta. Ha scritto per le pagine politiche de "Il Giornale". Ha pubblicato "Segreto di Stato – Il caso Nicolò Pollari" (Mondadori, pref. Edward Luttwak, 2013) e "Condannati Preventivi" (Rubbettino, pref. Vittorio Feltri, 2012), pamphlet denuncia contro l’abuso della carcerazione preventiva in Italia. E' dottoranda in Political Theory a alla Luiss Guido Carli di Roma, dove ha conseguito un master in European Studies. Negli ultimi anni si è dedicata, anche per mezzo della scrittura, alla battaglia per una giustizia giusta, contro gli eccessi del sistema carcerario, a favore di un femminismo libertario e moderno.

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