Le “quote” escludono i Radicali – Follia rosa
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Le “quote” escludono i Radicali – Follia rosa

Non capita soltanto in certi ménages à trois che ci sia una donna di troppo. Lo hanno imparato i Radicali esclusi dalla corsa alle Regionali del Lazio a causa della presenza nel listino di una donna in esubero. Parità significa …Leggi tutto

Non capita soltanto in certi ménages à trois che ci sia una donna di troppo. Lo hanno imparato i Radicali esclusi dalla corsa alle Regionali del Lazio a causa della presenza nel listino di una donna in esubero. Parità significa fifty fifty, e se la lista Amnistia Giustizia e Libertà osa addirittura proporre un sei a quattro viene fatta fuori. E’ la legge dei numeri.

Ma che cosa siamo diventati, donne uomini tutti quanti? Uno zoo di gabbie dorate, rosa per le donne e blu per gli uomini, dove a colpi di burocratese spinto si esclude una lista, nonostante il successivo tentativo di adeguamento alle strampalate richieste della Corte d’Appello con il ritiro di una delle candidate. “Ritiro tardivo”, giudicano i magistrati, causa “d’incertezza nel procedimento elettorale”,ohibò. Niente da fare, i Radicali sono fuori e ricorrono al Tar.

Staremo a vedere che cosa succederà. Quel che è certo è che una regolina sciocca e illiberale interferisce pesantemente nel procedimento elettorale, intromettendosi nella libera selezione dei candidati ad opera di un’associazione politica. Non è la prima volta, le giunte sciolte per “disparità di genere” sono numerose. Dalla composizione delle liste elettorali fino agli organi assembleari (giunte e Consigli comunali), imporre il paletto della quota legale ha un solo effetto: accontentare il corporativismo pseudofemminista che su tali ardimentose battaglie (bei tempi antichi quelli della lotta per il diritto di voto o per la 194) c’ha costruito qualche manifestazione di piazza e fiumi di articoli infuocati.

La verità è che le quote istituzionalizzano ex legge le discriminazioni di genere. La regolina è fumo negli occhi: quante sono le mogli madri sorelle amanti – tutte femmine, s’intende – cooptate al solo fine di mettersi a posto con la norma scritta contro ogni criterio di merito e di trasparenza? La vera sfida è pretendere trasparenza nei processi di selezione basati su curricula e competenze, dobbiamo chiedere di essere testate sul campo, chi riesce vince. E al candidato che perde (scartato per la nomina del board  o retrocesso in lista), la scelta deve essere motivata e pubblica.

Questa è concorrenza. Uomo o donna, vinca chi merita. Le donne usate a mo’ di riempitivo (talvolta in eccesso, come nel caso dei Radicali) sono una presa per i fondelli. Allora sì che ci usano come dei soprammobili da aggiungere o togliere a seconda di come conviene, e alla fine decida il magistrato.

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Annalisa Chirico

Annalisa Chirico è nata nel 1986. Scrive per Panorama e cura il blog Politicamente scorretta. Ha scritto per le pagine politiche de "Il Giornale". Ha pubblicato "Segreto di Stato – Il caso Nicolò Pollari" (Mondadori, pref. Edward Luttwak, 2013) e "Condannati Preventivi" (Rubbettino, pref. Vittorio Feltri, 2012), pamphlet denuncia contro l’abuso della carcerazione preventiva in Italia. E' dottoranda in Political Theory a alla Luiss Guido Carli di Roma, dove ha conseguito un master in European Studies. Negli ultimi anni si è dedicata, anche per mezzo della scrittura, alla battaglia per una giustizia giusta, contro gli eccessi del sistema carcerario, a favore di un femminismo libertario e moderno.

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