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Il bunga bunga dei dipietristi non è un reato. E quello del premier?

di Annalisa Chirico “Io sono nel Lazio. Se vuole le parlo di Zingaretti…”, dice al telefono il senatore Pedica. Non sia mai, penso io. Mi rimanda educatamente al deputato pugliese Zazzera. “Io voglio parlare solo di politica – risponde stroncatorio …Leggi tutto

Così Pierfelice Zazzera dell'Idv festeggiò l'inutile gol dell'Italia ai Mondiali di calcio in Sudafrica in aula alla Camera durante seduta per il voto sulle fondazioni liriche

Così Pierfelice Zazzera dell'Idv festeggiò l'inutile gol dell'Italia ai Mondiali di calcio in Sudafrica in aula alla Camera durante seduta per il voto sulle fondazioni liriche- ANSA

di Annalisa Chirico

“Io sono nel Lazio. Se vuole le parlo di Zingaretti…”, dice al telefono il senatore Pedica. Non sia mai, penso io. Mi rimanda educatamente al deputato pugliese Zazzera. “Io voglio parlare solo di politica – risponde stroncatorio Zazzera – Per me la vicenda è chiusa”.

Niente da fare.
La vicenda in effetti è chiusa. Il gup ha archiviato il caso scoppiato lo scorso giugno. “Idv: spunta il sexgate”, titolava roboante l’Espresso. Da lì l’onda del bunga bunga in salsa dipietrista travolgeva i due parlamentari in un vortice di accuse infamanti per sfruttamento sessuale nei confronti di una tale Claudia, 31 anni, laureata in legge e in cerca di lavoro.
Caso singolare sin dall’inizio, dato che a depositare la denuncia presso la procura di Bari non era stata la presunta vittima, ma un tale Cagnazzo, ex dirigente Idv e attuale compagno della donna. La quale, a un certo punto, rompe il silenzio: nessuna minaccia, nessuna costrizione. Gli incontri sessuali ci sono stati, sì, ma ho sempre agito liberamente. A muoverla “la speranza di ottenere in cambio il lavoro promessole”, è quanto si legge nel provvedimento di archiviazione licenziato dal gup. Una storia, parrebbe, come tante altre. Favori sessuali in cambio di favori politici, una trama simile a quella del sexgate berlusconiano, in cui però c’è qualcosa in più, che si chiama reato. La prostituzione, patata bollente.

I politici Idv sono stati presto scagionati. Il giudice ha riconosciuto il comportamento di Claudia come “un’espressione della libertà di autodeterminazione della donna”. La donna si autodetermina, proprio così. E’ capace addirittura (!) di scegliere per sé senza un burattinaio né un tutore. A questo punto però una domanda sorge: una ragazza, che va a letto col Presidente del Consiglio per ottenere in cambio regalie di vario tipo, non si autodetermina pure lei? Se non è costretta a farlo ma “sceglie” di farlo, dov’è il problema?
Ognuno si arrabatta come può, usa i mezzi che ha. A Claudia era parso utile avvicinare i due esponenti Idv per ottenere il lavoro che cercava. L’Olgettina X pensava che i festini del Presidente l’avrebbero portata al successo. Sia chiaro: non s’intende giustificare il politico, che si sollazza con una donna per poi darle un posto al Comune o nella lista elettorale (e magari mandarla dritta dritta nel Consiglio Regionale formigoniano). Detto questo, però, se non c’è violenza, non dovrebbe esserci neppure reato. Così invece non è, ed è pure colpa di Berlusconi.
Se Berlusconi, contro il quale adesso è in corso un processo con decine di indagati e centomila intercettazioni, avesse legalizzato la prostituzione, adesso non si troverebbe nel pantano politico-giudiziario in cui si trova. Per quanto riprovevole ciascuno possa giudicarlo sul piano morale, lo scambio libero e volontario tra individui consenzienti esiste, va rispettato e pure regolato. Autodeterminazione, iudex dixit.

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Annalisa Chirico

Annalisa Chirico è nata nel 1986. Scrive per Panorama e cura il blog Politicamente scorretta. Ha scritto per le pagine politiche de "Il Giornale". Ha pubblicato "Segreto di Stato – Il caso Nicolò Pollari" (Mondadori, pref. Edward Luttwak, 2013) e "Condannati Preventivi" (Rubbettino, pref. Vittorio Feltri, 2012), pamphlet denuncia contro l’abuso della carcerazione preventiva in Italia. E' dottoranda in Political Theory a alla Luiss Guido Carli di Roma, dove ha conseguito un master in European Studies. Negli ultimi anni si è dedicata, anche per mezzo della scrittura, alla battaglia per una giustizia giusta, contro gli eccessi del sistema carcerario, a favore di un femminismo libertario e moderno.

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