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Perchè con Trump l'Europa vivrà un periodo favorevole

ll fondatore di "Italians for Trump", Gianmario Ferramonti: "L'Italia interlocutore perfetto per il nuovo presidente legata com'è a Usa e Russia"

"I mercati finanziari sono un’enorme roulette, ma su un punto concordano: è meglio la stabilità dell’instabilità. Meglio la pace della guerra. Per questo Wall Street festeggia la vittoria di Trump". Così Gianmario Ferramonti, il capo dei “trumpiani” d’Italia, un signore che tre mesi fa ha fondato un movimento battezzato “Italians 4 Trump”, con sito web d’ordinanza, e che ha scommesso sulla vittoria del miliardario dal ciuffo biondo.

Per questo oggi Ferramonti, imprenditore bresciano (è nato a Valsaviore) ma mezzo calabrese di origine, 63 anni, tra i fondatori della Lega Nord, è considerato una specie di guru: “Trump e i suoi sono in ottimi rapporti con Putin, il che significa stabilità geopolitica mondiale”, prosegue. “E in più il presidente eletto non ha tresche con il mondo arabo, a differenza della Clinton, per cui l’estabilishment ebraico è tranquillo, come si è visto dalla soddisfazione con cui il premier israeliano Netanyahu ha accolto l’elezione”. E le grandi banche Usa, aggiunge, sono guidate da una lobby molto sensibile al punto di vista di Tel Aviv…  
Un personaggio, questo Ferramonti. Arrestato e poi scagionato nel ’96 per l’inchiesta aostana Phoney Money, amico di Enzo De Chiara - lobbista e faccendiere newyorkese - amico di Flavio Carboni cui “suggerì di suggerire a papà Boschi” il nome del banchiere Fabio Arpe come capo d’emergenza per Banca Etruria, Ferramonti è stato tra i fondatori della Lega Nord e da allora ha sempre variamente gravitato nel centrodestra senza fare attività politica diretta o candidarsi.

“Non voglio dire che sono amico di Trump. L’ho conosciuto, sì, nel 1984”, racconta, “Lo incontrai per lavoro quando vivevo a New York, avevo un ufficio all’84° piano della North Tower del World trade center. Ma sono sempre rimasto in contatto con molti suoi amici, tra cui Guido George Lombardi, un imprenditore italiano che vive da trent’anni ed abita alla Trump Tower, ma anche Mario Simone Bullo, amico personale di Trump. Io ho solo capito da tempo che Trump avrebbe vinto e ci ho costruito una squadra, di acune centinaia di persone, che hanno aderito a Italians for Trump”.

Secondo Ferramonti, l’Italia si gioverà molto dell’era-Trump: “Un’era perché, vedrete: tra quattro anni, sarà rieletto”. Secondo lui “l’ultima intenzione che ha il futuro presidente è quella di far la guerra commerciale all’Europa, vuole sia un partner importante, non a caso ha intenzione di cancellare il Ttip che faceva solo gli interessi di poche multinazionali. Per lui l’Italia è un interlocutore perfetto, legata com’è contemporaneamente a Usa e Russia per gli affari, sin dal dopoguerra. Siamo il Paese più adatto per essere amico di tutti e due. Credo che inizierà un periodo molto favorevole per l’economia europea. Ma non per l’Europa dei burocrati, con questo Junker che non è stato eletto da nessuno, e ha avuto l’arroganza di contrapporsi al presidente eletto. Si deve dimettere. Glielo chiederemo, prima o poi, noi italiani. Mi stia a sentire: con Trump l’Italia ha tutto da guadagnare, per la prima volta dal Dopoguerra potremo pensare con la nostra testa, avvantaggiarci dei buoni rapporti con i due blocchi e non essere più gli schiavetti di nessuno”.

Inevitabile un excursus sulla politica italiana: “Comunque vada il referendum, sarà un vantaggio, perché comunque serviranno le larghe intese”, dice, “e Renzi resterà centrale, anche Berlusconi lo considera l’unico leader su piazza. Però io e un gruppo di amici proveremo a contrapporci. Abbiamo fondato un movimento che diventerà partito, si chiama Squadra Italia, e sarà composta da due anime, una Squadra Nord e una Squadra Sud. Se saremo bravi a mettere insieme una squadra di governo, e ad attrarre tutti i movimenti che vogliono rifare un nuovo centrodestra, potremo farcela”. Vasto programma.

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Sergio Luciano