OccupyPd all'Assemblea nazionale: "Cambiamo tutto"
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OccupyPd all'Assemblea nazionale: "Cambiamo tutto"

Congresso subito e riforma totale del partito: le richieste dei giovani democratici che da giorni occupano i loro circoli

Liberarsi dalle correnti e dai capi-bastone e decidere, una buona volta, che partito essere superando le ambiguità che lo hanno contraddistinto fin dalla sua nascita.

E' questa la ricetta per salvare il Pd delle migliaia di giovani democratici che in tutta Italia hanno occupato le sedi dei loro circoli per protesta contro quanto avvenuto il giorno dell'impallinamento del candidato al Quirinale Romano Prodi da parte di 101 franchi tiratori democratici. “Siamo più di 101recita lo slogan con cui oggi una loro delegazione parteciperà all'Assemblea nazionale chiamata a esprimere il segretario pro-tempore – già indicato nell'ex segretario della Cgil e attuale presidente della commissione Attività produttive della Camera, Guglielmo Epifani – e a dettare la road map che dovrà portare al prossimo congresso.

Che si faccia il prima possibile – esorta Lorenzo Rocchi dei GD di Prato – procedendo prima alla scelta dei dirigenti locali e solo dopo di quelli nazionali”.

Cosa ne dite voi giovani di OccupyPd della scelta di Epifani come traghettatore del partito verso la nuova segreteria?

La cosa importante è che si tratti di una reggenza a tempo e non un'anticipazione del prossimo congresso. Sul nome nessuna obiezione.

E il futuro segretario del Pd che profilo dovrà avere?

Dovrà essere necessariamente espressione di un rinnovamento ormai irrimandabile e non il prolungamento del vecchio gruppo dirigente di cui le scorse elezioni hanno certificato la fine.

Renzi?

Nonostante io personalmente non lo abbia sostenuto alle primarie, credo che come candidato premier avrebbe più chance di altri. Lo vedo invece meno adatto a fare il segretario, per questo penso che sia necessario aprire un dibattito anche su questo: se segretario e candidato premier debbano coincidere per forza come prevede oggi il nostro Statuto.

Il “Pd malato” di cosa soffre di più?

Il nostro è un partito che vive di ambiguità, non si sa bene che tipo di forma partito siamo, quale sia la nostra matrice culturale ed è questa confusione che ci ha fatto perdere le elezioni.

Per non parlare dello stato di choc della base rispetto al governo delle larghe intese con il Pdl...

Lo choc non è per il governo con Berlusconi ma  per l'assenza di alternatività intrinseca a Berlusconi e a questa destra che va a manifestare contro i giudici.

E' vero che è in atto una fuga dei giovani dal Pd?

No, non è vero. Durante l'occupazione alcuni ragazzi sono addirittura venuti ad iscriversi. Certo c'è frustrazione, ma questo non significa fuga. Anzi, noi pensiamo che sia necessario sostenere questo  bisogno di aria nuova.

Mentre tu parli di “aria nuova”, altri di “partito in liquefazione”...

Noi lavoriamo perché ciò non accada. Ci vuole uno scatto d'orgoglio da parte dei militanti e dirigenti per riformarci.

Ma come si fa a riformare un partito con gli stessi dirigenti nazionali e le loro correnti?

Questo è un problema perché poi queste correnti rispondono di più ai loro capi bastone che agli organismi del partito come è accaduto con l'impallinamento di Prodi. E' evidente che una cosa del genere non può più accadere e anche la nuova generazione che si sta formando deve rendersi indipendente dalle correnti e rispondere solo agli organismi ufficiali.

E c'è qualcuno dei capi-bastone che in questi giorni di occupazione si è messo in contatto con voi?

No, nessuno. Solo una decina di parlamentari 30enni che ci hanno scritto una lettera e che porteranno le nostre istanze all'assemblea di oggi.

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Claudia Daconto