Napolitano e Monti, cala il grande freddo
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Napolitano e Monti, cala il grande freddo

Nessuna dichiarazione polemica, ma il presidente non ha digerito la salita in politica del premier

Favorevole o sfavorevole a Monti? Forse  invece quella di Giorgio Napolitano si può piuttosto interpretare come una fredda presa d’atto della sua «salita in politica». Mettendo però in chiaro che con questa scelta il capo dello Stato non c’entra nulla. Mentre il dibattito sul significato delle parole   di  Napolitano su Monti tiene ancora banco, c’è chi in un Transatlantico di Montecitorio ancora deserto fa  notare che il passaggio chiave starebbe tutto in due parole, che possono sembrare scontate, ma in realtà non lo sono. E cioè: Libera scelta  del «senatore Monti». In questo modo il capo dello Stato avrebbe voluto sottolineare la sua totale estraneità alle decisioni del premier.

Un atto che potrebbe sembrare scontato, se non fosse stato  lo stesso Napolitano ad avere nominato Monti senatore a vita diventando così il grande sponsor del suo arrivo a Palazzo Chigi. Ma quello era il Monti tecnico, superpartes. Questo è il Monti politico. Un’evoluzione rispetto alla quale Napolitano avrebbe voluto sottolineare la sua totale estraneità.  Tanto più che solo poche settimane fa auspicava che il Professore restasse superpartes. Aggiungendo che semmai le forze politiche dopo le elezioni avrebbero potuto chiedergli un impegno nel suo ufficio a Palazzo Giustiniani. Per diventare presidente della Repubblica? Certamente no, vista la reazione un po’ irrituale avuta da Monti per due volte di fronte a questa prospettiva. Alla conferenza stampa del 23 dicembre, quella  della sua «salita in politica», rispose con un  netto no a chi lo voleva candidare a «eccetera, eccetera». Vale a dire il Quirinale e  gli incarichi europei ipotizzati per lui. Alla trasmissione «Radio  anch’io» il 2 gennaio è stato ancora più irrirtualmente esplicito: «La salita in politica  per me è un’operazione che trasforma dentro la mia coscienza. Se fossi stato tranquillo avrei avuto prospettive  serene, qualcuno dice il Quirinale, ma sarei stato utile al paese?». Chissà che non siano fischiate le orecchie a Napolitano... Non è dato sapere il pensiero del  presidente. Ma qualche parlamentare  butta là qualche interrogativo: «Il Quirinale per Monti è una sine cura? E quali sono i suoi progetti di riforma istituzionale visto che nella sua agenda non se ne parla?».

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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