Monti chiama Monti: 'Candidami'
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Monti chiama Monti: 'Candidami'

Parla Samuele Monti, l'uomo la cui lista è stata esclusa dal Viminale per omonimia

Si chiama Monti e sta cercando il numero di Monti. «Se solo riuscissi a trovarlo potrei parlare con lui e spiegargli che il mio simbolo non è in contrasto con il suo, tutt’altro. Ho grande rispetto  per il suo stile e il suo aplomb. Ma anch’io ho diritto al mio nome».

Purtroppo non l’hanno pensata così i funzionari del Viminale che hanno ricusato il simbolo dell’altro Monti, Samuele Monti, colpevole di chiamarsi come il più famoso professore e nonostante abbia sopportato le condizioni metereologiche della capitale senza loden. «Non me ne parli. Mai Roma era stata così fredda nelle ultime settimane, vento gelido. Cinque giorni di staffetta per depositare il simbolo e adesso l’esclusione».

E non importa che Monti sia arrivato settimo alla consegna, ben prima del professore omonimo tanto da vantare sulla scheda elettorale una posizione privilegiata; una corsa, però, vanificata da quell’omonimia che va a discapito del meno famoso Monti tanto da meritare la difesa del leghista Roberto Calderoli che denuncia la discriminazione: «Mi difende Calderoli? Bene».  

L’orologio scorre e Monti rischia di venire estromesso come un Monti qualsiasi.

«Sono ore caldissime, abbiamo 48 ore per sopravvivere. Ma io chiedo: posso rinunciare al mio nome. Non ho pure io diritto a chiamarmi Monti?».

Eccome se ce lo avesse, considerando che Samuele Monti in politica è «salito» in anticipo rispetto a Mario, ricoprendo la carica di consigliere comunale a Frabosa Soprana, paese in provincia di Cuneo, anche se lui, agente assicurativo di 37 anni risiede a Venaria Reale.

«E’ il mio paese di origine. In realtà non ho mai militato in alcun partito, sono apartitico». Proprio come il professore? «Beh, un po’ sì». Ma che ne sanno quelli del Viminale? Un Monti si riconosce, infatti, da come accetta le decisioni. «Rispetto il ministero, ma mi sia permesso di dichiararmi amareggiato, solo questo. Al contrario del simbolo che imitava nel logo il Movimento Cinque Stelle, il mio non clona nei colori e nelle immagini il simbolo del professore. Rischiamo di rimanere negli spogliatoi e non gareggiare».

La soluzione sarebbe cambiare il nome del simbolo entro 48 ore o fare ricorso in Cassazione. «Perché dovrei, è una questione personale. E’ come se il mio nome valesse meno». E pensare che non basterebbe neppure questo. «Dovrei cambiare la dicitura “presidente” perché anche questa potrebbe causare fraintendimento. Insomma, chiedo: dovrei scrivere Samuele Monti, agente assicurativo?».

Il gruppo dei Montiani non si arrende, gruppo nutrito a sentire l’agente assicurativo radicato nel Piemonte, Lazio e nella Lombardia, ma con ipotesi di collaborazione anche nel meridione, tanto da essere pronto a presentare la lista anche alle elezioni Regionali. Con la destra o con la sinistra? «In realtà, abbiamo scambiato qualche parola con il Centro». Dunque con Monti? «Ehm… io dico al professore parliamone. Anzi, vorrei provare a parlare con il professore, avere qualche consiglio. Ho stima del professore, parte svantaggiato, ma la sua figura è di prestigio, si trova spiazzato fra Berlusconi e Bersani. Si sta difendendo».

E che sia un Montiano lo dimostra pure la sua agenda («Ma la mia è digitale, ho abbandonato quella cartacea da tempo»). «Partiamo dalla necessità di avere più Europa, una politica monetaria forte, proteggere le pensioni, detassare quegli imprenditori che decidono di assumere». Mancano quarantott’ore, ma potrebbe esserci ancora un’occasione. Potrebbe candidarla Mario Monti…«Magari, sarei pronto. Come ho già detto, non ho nulla contro il professore. Sapevo che l’omonimia avrebbe avuto un forte richiamo e che mi avrebbe fatto conoscere, ma io ho fatto tutto ciò che diceva la legge». Non resta che… «Ho provato a chiamarlo, ma non ho il suo numero. Lei ce l’ha? Magari provo a recuperarlo…».

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Carmelo Caruso