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Modifiche all'Italicum: i nodi politici irrisolti

La nuova legge elettorale e il dibattito sui suoi cambiamenti sono uno strumento per la resa dei conti nel centrosinistra

È passata con 293 voti a favore e 157 contrari la mozione presentata dalla maggioranza che sostiene il governo per impegnare le Camere a valutare eventuali modifiche all'Italicum. La minoranza del Pd non l'ha votata. Il gruppo di Denis Verdini e l'Ncd di Angelino Alfano sì. È questo il nodo politico.


Italicum: le possibili modifiche


I paletti di Matteo Renzi

Tecnicamente il partito del premier si è spaccato, con la minoranza che definisce la mozione “aria fritta” e si aspetta che sia Matteo Renzi in persona a indicare la strada. Il premier però preferisce rimanere alla finestra. “Massima disponibilità a cambiare”, se ci sono i numeri alla Camera ma con almeno un paio di paletti inamovibili: ballottaggio e divieto di coalizione.

L'unica modifica possibile

Per Renzi la priorità che la legge elettorale deve garantire e la governabilità e la stabilità. Per la sua minoranza la rappresentatività. Ecco perché l'unico vero punto di caduta che eventualmente sarà possibile trovare potrà essere solo sul premio di maggioranza considerato, oggi, abnorme rispetto ai voti effettivi che il partito vincitore al ballottaggio potrebbe prendere.

L'incognita referendum

E tuttavia, per quanto la sinistra dem abbia impostato tutta la sua campagna estiva sul no all'Italicum, soprattutto in combinato disposto con la riforma costituzionale, l'esito della votazione di ieri non cambia nulla. Appunto perché, a cominciare dal futuro del governo, di Renzi, della legislatura ma anche della stessa cosiddetta sinistra dem, tutto ruota ruota intorno alreferendum di fine novembre (la data dovrebbe essere quella del 27 novembre).

L'Italicum vale solo per la Camera

Soprattutto adesso che la Corte costituzionale ha rimandato, a dopo il voto, il suo verdetto sull'Italicum. Se gli italiani bocceranno il testo Boschi, l'Italicum verrebbe superato dalle circostanze. La nuova legge elettorale vale in fatti solo per la Camera. Con la Riforma i senatori acquisirebbero il loro seggio con un'elezione di secondo livello. Senza la Riforma dovrebbero continuare a essere eletti nelle urne direttamente dai cittadini. E ciò l'Italicum non lo prevede.

I nuovi modelli sul tavolo

Per cui, in realtà, si sta discutendo di modifiche all'Italicum più per tenere in fibrillazione il premier e tentare di barattare qualcosa in cambio del Sì al referendum, che per arrivare davvero a modifiche all'Italicum che potrebbero non servire se sarà l'Italicum, nel suo complesso, a non servire più. Si ragiona, piuttosto, di nuove leggi elettorali o riedizioni di quelle vecchie. Pierluigi Bersani ha già avanzato la proposta di un Mattarellum 2.0. Sempre in zona dem Matteo Orfini promuove un sistema alla greca, cioè un proporzionale con premio fisso di deputati al partito vincente. Orlando chiede l'abolizione del ballottaggio. Qualche renziano apre agli apparentamenti al secondo turno.

La posizione del M5S

Il M5S, che è l'unico partito che dall'Italicum avrebbe davvero tutto da guadagnare e nulla da perdere, recita la sua parte e ufficialmente dice che il sistema preferito è l'unico che, di fatto, risulterebbe impraticabile per una forza che rifiuta strutturalmente la possibilità di allearsi con altri: un proporzionale puro (ossia il sistema che può esistere solo se i partiti si alleano tra loro) con le preferenze.

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Claudia Daconto