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ANSA/GIUSEPPE LAMI
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Matteo Renzi al contrattacco sulle intercettazioni con il padre

Dopo la pubblicazione del dialogo in cui invita il padre a dire tutta la verità sul caso Consip, il segretario del Pd invoca la sua onestà e trasparenza

La fuga di notizie sulle intercettazioni con suo padre Tiziano c'è stata e la loro pubblicazione è "vergognosa" ma il segretario del Pd Matteo Renzi sta cercando di trasformare l'affare in un boomerang a suo favore.

Punta tutto sulla trasparenza, l'onestà e la buona fede che emergono dalle trascrizioni della telefonata. E su tre elementi principali:

  • l'illeggitimità della pubblicazione di intercettazioni (dunque i rapporti "privilegiati" tra alcune procure e alcuni giornali)
  • il ruolo di "uomo delle istituzioni" che gli impone la durezza necessaria nel cercare la verità sebbene nei confronti di suo padre con le conseguenze emotive del caso
  • la ricerca sempre e comunque della verità più volte ripetuta anche in trasmissioni televisive anche di fronte alle menzogne su suo padre pronunciate sul caso Consip


Il testo delle intercettazioni
Ma cosa dicono queste intercettazioni? È il 2 marzo 2017 e alle 9.45 di mattina Tiziano Renzi parla al telefono con il figlio Matteo. I magistrati lo stanno intercettando nell'ambito dell'inchiesta Consip. Il testo arriva al giornalista del Fatto Quotidiano Marco Lillo, che la pubblica nel suo libro "Di padre in figlio" e oggi sulle pagine del giornale.

Il dialogo ha a che fare con la conoscenza dell'imprenditore Alfredo Romeo (accusato di corruzione per gli appalti Consip) da parte di Tiziano Renzi. "È una cosa molto seria", dice Renzi al padre. E si raccomanda: "Devi ricordarti tutti gli incontri e i luoghi, non è più la questione della Madonnina e del giro di merda di Firenze per Medjugorje".

Tiziano, che è devoto alla Madonna e crede nelle sue apparizioni, lo ferma: "Non devi dire così". "Stai distruggendo un'esperienza", replica il figlio, che poi aggiunge: "Devi dire nomi e cognomi. È vero che hai fatto una cena con Romeo?" chiede Matteo al padre. I carabinieri nel brogliaccio annotano: "Tiziano dice di no e che le cene se le ricorda ma i bar no".

E poi: "Matteo ascolta: io non ho mai incontrato Romeo. Fidati". "Non ti credo", è la risposta di Renzi jr. Tiziano insiste: "Non me lo ricordo". Poi aggiunge: "L'unico può essere stato...". Matteo lo interrompe: "Non ti credo e devi immaginarti cosa può pensare il magistrato. Non è credibile che non ricordi di avere incontrato uno come Romeo, noto a tutti e legato a Rutelli e Bocchino".

Tiziano risponde citando un ricevimento in un albergo: "Quando lui ha fatto il ricevimento al Four Season c'erano una serie di imprenditori ma c'era anche Lalla (Laura Bovoli, madre di Matteo Renzi, ndr) e siamo andati via subito".

Allora Matteo si raccomanda: "Non dire che c'era mamma, altrimenti interrogano anche lei". Poi prosegue: "Hai incontrato Romeo in un'altra situazione?". Tiziano ancora una volta risponde che non ricorda. Matteo ribatte: "Andrai a processo, ci vorranno tre anni e io lascerò le primarie". Tiziano si difende: "Se non me lo ricordo, non posso farci nulla".

Matteo aggiunge: "Io non voglio essere preso in giro e tu devi dire la verità in quanto in passato la verità non l'hai detta a Luca, e non farmi aggiungere altro. Devi dire se hai incontrato Romeo una o più volte e devi riferire tutto quello che vi siete detti". Il figlio insiste: "Non puoi dire bugie o non mi ricordo, devi ricordarti che non è un gioco". Poi chiede a che ora vedrà l'avvocato Bagattini e Tiziano risponde: "Ora". Matteo ribadisce: "Digli tutta la verità". Poi lo saluta e attacca.

La reazione di Renzi
Matteo Renzi sta dunque cavalcando l'onda e oggi in una delle sue dirette Facebook #Matteorisponde dice: "È comprensibile che c'è chi farebbe di tutto, incluse le prove false, per vedermi politicamente morto. Non è comprensibile che questa vicenda la debbano pagare le persone a me vicine.... Io non lascio perdere neanche mezzo centimetro. Se volete staccate, chiudete la diretta, ma io su questa roba entro anche nei dettagli".

Poco prima aveva pubblicato la sua verità con un lungo post su Facebook:

Di certo un primo risultato lo ha ottenuto: la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per violazione del segreto, mentre il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha avviato verifiche.

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